Autori pontini. “I fantasmi di Salò” di Salvatore D’Incertopadre
Di Cora Craus –
Un narratore d’eccezione: Giacomo Matteotti o meglio il suo fantasma. Ma andiamo con ordine il libro “I fantasmi di Salò” (ed. Aletti – pag. 445 – € 22) di Salvatore D’Incertopadre è davvero un bellissimo e corposo lavoro che ci rimanda un cupo affresco della vita e della politica dell’epoca fascista. Un saggio coinvolgente e appassionante, ricco di brani, documenti, lettere, leggi e articoli di giornali, il tutto elaborato e rimandato al lettore quasi sotto forma di romanzo grazie all’escamotage letterario del sogno, del mondo onirico senza però perdere di vista il realismo storico che condussero l’Italia al ventennio fascista.
Una narrazione chiara con grande libertà espressiva, cifra stilistica dell’autore, che accompagna il lettore tra i tormentosi meandri della politica, tra le oscure e magnifiche stalattite e stalagmiti dei sentimenti e dell’animo umano sia dei protagonisti sia delle infinite comparse che affollarono un epoca dalle tragiche conseguenze.
Il libro è costruito su una sincrona ed esplosiva tempistica dell’entrata in scena dei vari personaggi, tempistica e stile che diventano una cartina di tornasole della loro personalità. Un continuo vortice di curiosità, dove si alternano fatti storici acclarati e dettagli della vita intima dei personaggi, conduce a una partecipazione diretta ed emotiva del lettore.
“I fantasmi di Salò” è un lavoro che conquisterà sia la curiosità di conoscere i retroscena politici e sociali in maniera semplice, e da attento lettore noterà subito l’impegno dell’autore nel cercare la maggiore obiettività possibile, il certosino lavoro di sintetiche ed esaustive note, la bella bibliografia che spazia da De Felice, Montanelli, Giordano Bruno Guerra a Margherita Sarfatti, Ignazio Silone, Gianpaolo Pansa e tantissime altre figure italiane e straniere, persone dall’indubbio spessore intellettuale che però non possono essere accusati di appartenere ad “una Brigata Garibaldi … con la stella rossa in fronte” degli storici.
Ho apprezzato la raffinata, micidiale pacatezza scelta dall’autore nel dar voce ai personaggi. Già, chi sono i personaggi? Il primo personaggio che incontriamo, che consideriamo una citazione biografica dell’autore, è Yuri giovane e stimato sindacalista della CGIL Fiom alle prese con un’impegnativa, e brillantemente portata a termine, missione per la festa del 25 aprile. Data sacra per lui e la sua famiglia, dalle profonde e dolorose radici antifasciste.
Una giornata importante e intensa trascorsa con i compagni alle manifestazioni, a cui segue una naturale stanchezza che lo fanno addormentare davanti alla TV… e qui un pool di fantasmi del ventennio gli fanno visita, il narratore, analista politico e moderatore è appunto Giacomo Matteotti, il capo dell’opposizione ucciso dalle camicie nere e di cui Mussolini in Parlamento si assunse la colpa. Finalmente sapremo la verità, conosceremo il retroscena di quello omicidio? Di sicuro, nelle pagine scorre un’illuminante dissertazione fatta dal fantasma di Matteotti sulla nascita e la formazione del potere fascista, sull’attrattiva della persona del Duce e sulla sua capacità di ottenere un consenso quasi universale del popolo, una disamina degli atti politici parlamentari che portarono alla morte di qualunque libertà dello stato liberale, senza che la maggior parte del popolo italiano avesse niente da ridire. “I fantasmi di Salò”, un libro che analizza e racconta progetti, aspirazioni, megalomania del Duce, che pensava ad una ventata rivoluzionaria come si può intuire da alcuni suoi interventi sull’ “Avanti”, una rivoluzione mai esistita. Fu circondato da un mondo di accoliti che non furono solo politici: ma agenti segreti italiani e stranieri spesso doppiogiochisti, impiegati della pubblica amministrazione approfittatori e corrotti. Intense pagine sono dedicate alla nostra terra, la bonifica pontina che continua ad essere ritenuto il maggior successo del ventennio, il suo fiore all’occhiello. Ma l’acceso discutere tra i fantasmi di Cencelli, Matteotti e Mussolini svela un dietro le quinte di soprusi, violenze, ingiustizie e quasi deportazioni, il tutto, come ben spiega l’autore, derivò da un bisogno di creare lavoro e disinnescare le rivolte nelle zone con maggiore densità demografica quali il Veneto e la Romagna e questo fu anche il motivo per cui vennero traditi gli abitanti autoctoni Lepini.
Un altro affascinate capitolo srotola l’ingarbugliata storia della famiglia Mussolini dopo l’8 settembre, una famiglia che si ritrovò a Monaco praticamente ostaggio di Hitler. L’autore, coglie l’occasione e tratteggia, con poche incisive parole, anche la forza di carattere di Donna Rachele, con un suo personalissimo staff di spie, attratta dal potere quanto il marito. L’inquieto e intenso rapporto di Mussolini con la figlia Edda (probabilmente quella più somigliante al carattere del padre) e il dolore che le inflisse lasciando che ne uccidessero il marito, Galeazzo Ciano.
Oltre a un tourbillon di amanti, di tutte e di tutti i componenti, anche acquisiti, della famiglia Mussolini, compaiono figlie, illegittime, mezze riconosciute e mezze no del duce e relative sfuriate di Donna Rachele. L’unica persona, forse, leale e, apparentemente, senza altro obiettivo personale, se non quello di amare e stare accanto al duce, è Claretta Petacci al punto tale che preferì morire con il suo Ben.
Già, la morte di Mussolini, lo stesso uomo che rimproverava il popolo di non essersi trasformato in soldati con l’unica aspirazione di combattere, di non essere diventato “l’uomo nuovo dell’era fascista”, lui stesso si è rivelato più fallimentare e codardo del popolo che amministrava: morire mascherato con una divisa tedesca. La modalità dell’esecuzione di Mussolini e di Claretta Petacci, chiunque sia stato il mandante e l’esecutore, nel libro vi sono varie ipotesi, ovvio, non furono i fascisti, rimane una pagina vergognosa della nostra liberazione. Dobbiamo, tutti noi e questo libro aiuta, conoscere, elaborare, accettare e fare tesoro della nostra Storia. Personalmente ho fatto mio il raffinato esergo di Sue Grafton scelto dall’autore: “I fantasmi non ci perseguitano. Non è così che funziona. Sono presenti tra noi, perché noi non li lasciamo andare via”