Autori pontini: “La cena degli oracoli” di Eros Ciotti
Di Cora Craus –
Una brillante pièce teatrale che l’autore, Eros Ciotti, presenta in un libro del genere comedybook dall’omonimo titolo: “La cena degli oracoli” (ed. Metropoli’s – pag. 225). La pubblicazione è arricchita dalle fotografie della rappresentazione teatrale di qualche tempo fa di Ermanno Ermanni. Un libro colto, divertente e ironico con un pizzico di scoppiettante suspense e tormentate aspettative d’amore, dove misurano la loro abilità investigativa Sherlock Holmes e il commissario Lestrade, in eterno conflitto per essere il preferito del loro creatore: Sir Arthur Conan Doyle. Come non sentire, in questa lotta, gli echi di alcune pirandelliane novelle. Una lettura lieve che strappa un sorriso e risolleva il morale.
Ammettiamolo, quanti di noi hanno sognato di trovarsi a una cena con un famoso autore o, addirittura, con un personaggio letterario? Immaginatevi una cena con commensali quali Freud, D’Annunzio, Eleonora Duse o Pablo Picasso con la sua insuperabile autostima: “A me non interessano i vostri gusti, non dipingo per voi, non vi analizzo, i miei quadri sono l’espressione delle sole miei ispirazioni, non delle vostre, io sono un artista” (pag. 85). Degustare del buon cibo con il mite Charlotte dalla grande umanità o insieme a Charlie Chaplin con la sua filosofia che “nulla è eterno in questo mondo, nemmeno i problemi”; e ancora con altri famosi personaggi presi a prestito anche dalla settima arte, il cinema; tutti insieme in una cena da sogno o di follia.
Immaginatevi la vertigine che avvolgerebbe ciascuno di noi nell’ascoltare le loro deduzioni, i loro proclami o i furiosi battibecchi sull’arte, la psicoanalisi, la poesia o sulla musica, a proposito della quale Sigmund Freud provava un’inspiegabile avversione: “La musica la possiamo giudicare perché l’ascoltiamo, o meglio, si fa ascoltare a prescindere dalla nostra volontà, ed è questo che di lei, parlo della musica, non apprezzo, invade il mio spazio senza chiedere permesso…” .
Il libro è animato da un fervido miscuglio di buoni sentimenti e cinismo, mitezza e aggressività, piacere per la vita e timori per i suoi enigmi, e il tutto è narrato attraverso un felice equilibrio tra fantasia e gossip artistico- letterario.
Leggendo il libro di Eros Ciotti si avverte forte, tra una “casuale” citazione e l’altra, la sua passione per l’arte e in particolare per Leonardo da Vinci: “Vedo che ci parla attraverso il pensiero di Leonardo, che notoriamente riteneva la pittura superiore ad altra arte” dichiara uno stizzito Gabriele D’Annunzio in un divertente battibecco con Pablo Picasso.
Immaginatevi Freud e Holmes in un diabolico duello di parole con al centro il pensiero del “Vecchio Maestro” taoista Lao Tse: “quello che per un bruco è la fine del mondo, il mondo lo chiama Farfalla” o la tesi di Michelangelo Buonarroti secondo cui il blocco di marmo, la pietra che lo scultore sceglie, ha già in abbozzo la sua futura opera d’arte. Un libro scritto con tanti ingredienti: dall’amabile Genevieve, attenta e generosa padrona di un immaginario e meraviglioso ristorante il “Bruco d’oro”, al carro di Tespi fino a un elisir per ricordare le scoperte e le illusioni del ‘900 che, come declama il cantastorie: “è un secolo di scoperte e trasformazioni, un grande romanzo denso di personaggi”.
Da ultimo, ma non meno importante, cosa si nasconde dietro il titolo: “La cena degli oracoli”? Vi forniamo degli indizi: amate il ristorante cinese o stravedete per i Baci Perugina? E ora che l’arcano è stato svelato… divertitevi a leggere il libro!