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Autori pontini. “La mucca di Petronio” il nuovo romanzo di Salvatore D’Incertopadre

Di Cora Craus –

 Il romanzo di Salvatore D’Incertopadre “La mucca di Petronio” (Ed. Atlantide -pag.140 – € 15) partendo da una storia vera tratteggia variegati spaccati di vita contadineschi, bellici, sociali. Nel romanzo si intrecciano piccole storie quotidiane con i grandi avvenimenti storici non vi anticiperemo gli eventi narrati, a volte, con lo stile di gustose macchiette, che rivelano lo spirito partenopeo dell’autore, alternati a edificanti comportamenti morali, ad atti di generosità, di solidarietà, di autentico coraggio.

 La cifra stilistica dello scrittore si riconosce nell’precisione certosina dei riferimenti storici e nella briosa ironia della narrazione, nella scrittura chiara e scorrevole anche quando la vicenda storica è di per sé difficile e complessa. Le circostanze narrate si sono svolte tra Cori, Giulianello, e Rocca Massima e abbracciano un arco di tempo che va dalla guerra in Libia fino al termine della Seconda Guerra Mondiale: un vero mosaico storico antropologico.

Il Petronio del titolo è il protagonista del romanzo e Salvatore D’Incertopadre lo presenta con un gustoso e dotto antefatto che riguarda il suo nome e una possibile ipotesi sul perché della tanta diffusione del nome Petronio nella zona laziale; e anche come sia stato scelto dal padre contro la volontà della madre che voleva chiamarlo Pierino e così, lei, l’avrebbe chiamato per tutta la vita.

 Petronio è un contadino analfabeta cosa che sempre rimprovererà al padre. Inizia a lavorare nei campi e ad occuparsi delle bestie da piccolissimo e sviluppa una grande capacità a guidare e farsi ubbidire dai muli, animali da soma tra i più resistenti. Qualità che lo fece apprezzare, poi, quando, appena diciottenne, fu arruolato per la guerra in Libia dichiarata da Giovanni Giolitti. Petronio vi rimase 85 mesi, si occupò sempre della gestione dell’acqua e dei muli, un bisogno indispensabile per la sopravvivenza di tutti, in questa mansione si rese eroico protagonista difendendo uomini, acqua e muli durante un agguato in un’oasi e conquistandosi fiducia e rispetto da parte di tutti.

 Mentre l’avvenimento, reso spassoso dall’autore, che coinvolge l’altra protagonista del titolo: la mucca, il suo latte e il misterioso marchio di “fabbrica” che diviene una vera cartina di tornasole del carattere, dell’onestà e della solidarietà delle persone coinvolte, accade durante i giorni dello scontro sui monti Lepini tra gli alleati e i tedeschi durante Seconda guerra mondiale. In molti degli episodi raccontati il personaggio di Petronio con la sua volontà di giustizia sociale e la capacità di mediazione portano l’eco della storia personale dell’autore che, per oltre un decennio, è stato Segretario generale della CGIL pontina.

Il romanzo si sofferma sul desiderio di azione dei socialisti che vedono l’Italia andare alla deriva con l’affermarsi del potere fascista: soppressi i sindacati, niente stampa libera e la popolazione sotto la violenza dei camerati; ma con grande onesta intellettuale riconosce come il Duce, Benito Mussolini, fosse idolatrato dalle masse e come spesso avviene dall’idolatria si passò all’odio e gli stessi italiani pagarono questi “passaggi” con milioni di morti.

“Gli esami non finiscono mai” diceva Eduardo De Filippo in una celebre commedia e i nostri protagonisti: Petronio e la sua mucca di esami ne dovranno superare tantissimi senza mai dimenticare, anche in tempo di guerra, il piacere di un bicchiere di vino all’osteria del paese che ricopre anche il ruolo di gazzetta, di radio dove si raccolgono e partono le notizie anche per chi non ha la fortuna di saper leggere e scrivere o possedere una radio.

E poi una domanda non ci abbandona: una mucca, protagonista di un romanzo, quasi, un’eroina di guerra che fine farà? Potrà mai finire a bistecche e spezzatino?

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista