Autori pontini. “Vimini freschi – racconti di vita nei circoli della memoria” di Vinicio Salvatore Di Crescenzo.
di Cora Craus –
Con uno stile espressivo, autonomo, evocativo, intrecciato alla tradizione la raccolta poetica: “Vimini freschi – Racconti di vita nei circoli della memoria” di Vinicio Salvatore Di Crescenzo, (Ed. Pav – Pag.110 – €12) ci regala composizioni che percorrono, con riuscite metafore, l’età dell’uomo. La raccolta è suddivisa in tre segmenti: l’alba, il meriggio, la notte tre frammenti di un grande insieme che mette in scena il primo vagito e “l’ultimo giro di giostra” per dirla con Tiziano Terzani.
Poesie palpitanti, ricche di esperienza emotiva, allegorie per ricordare l’amore nelle sue mille sfaccettature: materno, filiale, passionale, le gioie, i dolori: ricordanze, ponti per prepararsi ad attraversare la “soglia”.
In queste composizioni è centrale la natura, la sua bellezza, la sua sacralità, il suo eterno rigenerarsi dove l’uomo, inconsapevole o meno, vive in simbiosi con essa. L’immagine iniziale, vero quadro di parole, quella cesta di vimini freschi che un vecchio sta intrecciando simboleggia la vita di tutti e di ciascuno di noi.
Il poeta descrive inquietudini ma anche esaltazione delle tradizioni contadini, della variegata vita agreste immersa nei colori della natura quasi in contrapposizione alla tumultuosa vita imposta dai nostri tempi cittadini.
La bellezza naturale e architettonica della città di Fondi, terra natia dell’autore, fa da sfondo e da cornice alle composizioni che racchiudono narrazioni limpide, piene di luminosità con un eco, un impalpabile sottofondo di antica nostalgia, di oscure velature. Ci hanno colpito le descrizioni caratterizzate da scambievoli compenetrazioni: mistiche e realiste di alcuni luoghi di culto della cittadina anch’essi chiamati ad essere metafore della vita ma anche promessa di fede nell’eterno.
Ci ha conquistato la tranquilla visione del crepuscolo simbolo dell’accettazione del tramonto della vita: destino comune dell’umanità. Ad interrompere la quieta calma, il tranquillo accoglimento qua e là vi sono versi che si rivelano sciabolate di sofferti e muti sentimenti di vita acre, rimpianta perchè non vissuta. “Resiste tenace il ricordo assalito dal tempo/ che avvampa e lesiona la pelle dei sogni bruciati/. Ma è cacciato e scagliato/ nel suo cratere di lava che erutta amarezza”.
La forza della poesia è di essere l’alfabeto della nostra anima, il nostro respiro più profondo con le sue parole, il loro significato, la loro capacità di costruire, svelare di essere nel contempo misteriose e illuminanti. I versi, le parole di Vinicio Salvatore Di Crescenzo con la loro delicata incisività che donano vita ad infiniti paesaggi e suggestioni, interrogano e fanno parlare lo spirito trasformandosi in un’autobiografia spirituale che diventa biografia dell’umano essere. “Cerco parole per vestire di realtà / l’effimera illusione che le abita. / Per nutrirle di segreti/ che diano loro il privilegio del mistero da svelare”