Bassiano dice NO alla chiusura della scuola. I bambini scendono in piazza: Aiutateci a costruire il nostro futuro
di Elisabetta Calandrini –
Bassiano, ore 8.00.
Il paese si sveglia carico, stende le braccia al cielo e schiarisce la voce. C’è aria di protesta questa mattina e si intravedono manifesti ovunque. Pensieri, parole su tutti i muri della scuola primaria e secondaria del paese. I bambini sono già pronti con i loro striscioni ben in vista. Ci sono anche i genitori, le maestre, si intravede qualche nonno. I fumogeni sono stati accesi, tutto finalmente si colora di azzurro. L’azzurro è sinonimo di comunicazione attraverso la creatività, di idealismo e lealtà. Questo il messaggio che gli alunni della scuola di Bassiano hanno voluto urlare e cantare a squarciagola per le vie del paese a difesa di una cultura che improvvisamente gli viene tolta, strappata via. Hanno tra i 7 e 13 anni, sono piccoli e ancora tanto ingenui ma sono tutti uniti a rivendicare un diritto, lo difendono a denti stretti. La scuola è un nostro diritto e noi lo pretendiamo…da qua non ce ne andiamo!!! Cantano, battoni i piedi, sventolano i loro principi e ne fanno una sicurezza. Sono radunati lungo il viale che passa sotto l’edificio scolastico e seduti a gambe incrociate fischiano per richiamare l’attenzione. Sono piccoli ma non hanno paura. Sanno quello che vogliono, lo pretendono. Ad accompagnarli in questa protesta è presente il Sindaco Domenico Guidi e tutta l’amministrazione comunale i quali hanno confermato la loro completa disposizione e si stanno già muovendo per le azioni in sede giudiziaria e amministrativa, civile e penale. Il primo cittadino informa:
I genitori, anch’essi uniti come mai prima d’ora in un Comitato di Difesa di Diritto allo Studio, hanno formalizzato un documento al Dirigente Scolastico, al Collegio Docenti dell’I.C. Pacifici e al Comune di Bassiano ribadendo con forza e determinazione la loro contrarietà alla soppressione della scuola. I cittadini, inoltre si dichiarano parte lesa e se necessario sono pronti a ricorrere alle azioni legali.
Nel trambusto della protesta, tra i fischi e i canti qualcuno si commuove. Un po’ per orgoglio, un po’ per paura. Una mamma pubblica un pensiero su Facebook:
Quando nacque il mio primogenito a suo nome venne piantato un albero. Bella iniziativa, carica di significato: qui sono le tue radici e qui crescerai e diventerai grande per poi da adulto spargere nel vento ciò che di buono da questa terra hai preso. Ed ora mio figlio di ritorno da scuola mi dice che non terminerà a Bassiano le scuole medie, che già da ora la Regione Lazio e la preside dicono ai nostri giovani arbusti di abbandonare le proprie radici, li priva di un servizio basilare per la loro crescita e formazione.
Oggi, grandi e piccoli, hanno imparato tanto. Hanno imparato che studiare e acculturarsi non vuol dire solo alzarsi troppo presto la mattina e preparare lo zaino, sbadigliare sui banchi e stare sui libri nel pomeriggio. La scuola è importante, la conoscenza lo è altrettanto. Le persone che oggi hanno preso parte alla manifestazione hanno compreso il valore dell’unità, della forza e lo spirito d’iniziativa che finalmente ha visto tenersi per mano proprio tutti, come un’unica grande squadra.
Bassiano non ha paura di farsi avanti e di combattere.
Non è spaventato, non sta tremando.
Bassiano vuole dimostrare che sull’ ignoranza vincerà l’intelligenza, sulla stupidità dei grandi saranno vinte le battaglie dei più piccoli.
Cambiare scuola significherebbe:
Svegliarsi ogni mattina alle 6:30, perdere i professori, mangiare alle 15:00. Significherebbe perdere gli amici con cui ho trascorso i momenti più belli della mia vita…anche perché conosco i miei compagni da 11 anni e perderli significherebbe perdere una parte di me.
(Margherita, 11 anni)
La scuola non può chiudere perché è il nostro futuro. Io la mattina vado a scuola a piedi.
(Gianluca, 8 anni)
La mattina per andare a scuola posso andarci a piedi, con i miei compagni ci ritroviamo nella piazza principale. Nella nostra scuola si fa tempo pieno, si mangia tutti insieme, si scherza e si ride e durante durante le ore scolastiche si lavora. Bassiano per noi bambini è un paese sicuro. Rivogliamo la nostra scuola. Lotteremo fino alla fine!!
(Josè, 10 anni)