Bassiano, il Santuario del SS Crocifisso con la Grotta di Selvascura in lizza per la XII edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”
A cura di Cora Craus –
Fino al 10 aprile 2025 sarà possibile partecipare alla dodicesima edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” l’iniziativa, che quest’anno compie vent’anni, mediante la quale il FAI – Fondo Ambiente Italiano – contribuisce a valorizzare i luoghi cari ai cittadini, innescando una partecipazione che si estende dalle comunità alle istituzioni, locali e nazionali, in un concorso virtuoso di energie e di risorse che unisce e rinsalda la società civile.
E il censimento è solo una parte del programma: “I Luoghi del Cuore” è anche il mezzo per intervenire direttamente nel recupero di alcuni luoghi votati. I vincitori, infatti, ottengono premi economici – quest’anno fino a 70mila euro al primo classificato – per realizzare interventi di restauro o valorizzazione. È possibile votare al link https://fondoambiente.it/luoghi/santuario-ss-crocifisso-e-grotta-selvascura?ldc oppure utilizzando le schede che saranno disponibili in vari punti di raccolta.
Ma anche i luoghi che non risulteranno vincitori ma che raggiungono la soglia minima di 2.500 voti, possono aspirare al contributo presentando, dopo il censimento, un progetto nell’apposito Bando.
Tra i Luoghi proposti in questa 12a edizione vi è il Santuario del SS Crocifisso con la Grotta di Selvascura che si trova a circa 3 km dal centro dell’antico borgo di Bassiano, incastonata a mezzacosta del Monte Carbolino, fra boschi di querce, lecci e castagni, in una valletta circondata dai Monti Lepini in cui spicca la cima del prospiciente Monte Semprevisa con i suoi 1536 metri s.l.m..
“La Grotta naturale custodisce degli affreschi rupestri che si fanno risalire intorno al 1300 quando vi si stabilì un gruppo di Fraticelli spirituali francescani, separatisi dal loro ordine per una disputa sulla povertà di Cristo, che facevano vita eremitica e che furono avversati dalla Chiesa e infine condannati come eretici. Durante il periodo di permanenza forzata in quel luogo, essi affrescarono meravigliosamente le pareti della grotta, ed edificarono una casa fortezza, l’attuale Cappella delle Palme ed il vicino romitorio. Un’altra tradizione, però non documentabile, vuole che insieme ad essi si trovava anche un gruppo di Cavalieri Templari, provenienti dalla vicina Abbazia di Valvisciolo, anch’essi in fuga dopo la soppressione dell’ordine ottenuta dal Re di Francia con l’appoggio di papa Clemente V. Alcuni attribuiscono a loro, e non ai Francescani, la realizzazione degli affreschi rupestri per il carattere molto simbolico che alcuni di questi affreschi hanno.
L’accesso al Santuario avviene attualmente attraverso una scalinata sulla cui destra un primo affresco accoglie i viandanti: raffigura la Madonna con Bambino ed una rara rappresentazione di San Bartolomeo eremita, coperto dai suoi capelli e barba. Superato l’ingresso si arriva ad un piccolo portico rettangolare, che immette in una cappella, detta delle Palme da un dipinto trafugato negli anni sessanta dello scorso secolo, quando l’ambiente rimase incustodito per la morte dell’ultimo eremita. Dopo aver percorso un angusto corridoio si arriva al suggestivo antico romitorio, ricavato in una grotta naturale di forma quasi rettangolare, con le pareti tutte affrescate. Nonostante il grave deterioramento dovuto all’elevata umidità ed allo stillicidio dell’acqua, si possono ancora distinguere tredici pannelli ed una nicchia, databili intorno al XV secolo, che risentono fortemente della maniera tardo trecentesca. La descrizione dei pannelli inizia dalla parete che si trova sulla destra di chi accede alla grotta: la Madonna col Bambino, la Maddalena, l’Annunciazione, la Crocifissione, un personaggio su una scala trafitto da un freccia, scena di animali, Cristo benedicente con quattro Santi (da sinistra: San Leonardo, San Giacomo, San Francesco e Papa Leone IX), un cinghiale che allatta i suoi cuccioli, alcuni carcerati mentre si liberano delle catene, San Leonardo, Madonna della Palma, l’incredulità di San Tommaso. In una nicchia: San Giorgio e il drago, sul pilastro di destra San Nicola di Mira o di Bari, su quello di sinistra Sant’Antonio Abate; sul soffitto: San Michele, dipinto nel 1800.Il romitorio venne in epoche successive ampliato con una cappella circolare costruita appositamente per accogliere il Crocifisso ligneo scolpito nel 1624 da Fra Vincenzo Pietrosanti (n. Bassiano 1624 – m. Roma 1694), ricordato soprattutto per le sue opere scultoree: in particolare, nell’arco della sua vita realizzò settcrocifissi lignei, custoditi in diverse chiese del Lazio, caratterizzati da una intensa drammaticità espressiva. Da qui la notorietà con il nome di Santuario del SS Crocifisso”.
All’iniziativa de i “Luoghi del cuore” se ne affianca un’altra che vede direttamente impegnata la Parrocchia di Sant’Erasmo di Bassiano con il Progetto per il recupero dell’antico romitorio del Santuario beneficiando dei fondi del Pnrr con un finanziamento di 120 mila euro mentre per la restante quota di 30 mila euro si sta facendo appello alla comunità parrocchiale, ai fedeli, ai pellegrini ed ai visitatori per sostenerne l’onere anche con una piccola offerta o contributo che può essere versato con bonifico utilizzando l’IBAN IT12 F020 0874 1300 0040 0046712 con la causale “Recupero Antico romitorio nel Santuario del Crocifisso”.
Per promuovere la conoscenza del Santuario saranno attuate una serie di iniziative in coordinamento tra la Parrocchia, l’Amministrazione Comunale, la Proloco di Bassiano e con il FAI stesso di cui si darà notizia tempestivamente.