Buon Natale a noi, a Annachiara, alle donne coraggiose e a chi non ce la fa.
di Alga Madìa –
Questo Natale lo avrei dovuto dedicare a noi, a noi donne, belle, brutte, simpatiche, odiose, realizzate, in corso d’opera, che hanno capito tutto della vita, che ci si affacciano ora un po’ impaurite, ma femmine, forti o deboli, comunque donne. Che, credo ancora sia un valore aggiunto. Forse.
A quella donna che chiameremo Emma che ci ha scritto in redazione una lunga, toccante lettera raccontandoci la sua storia. Una donna che ha raccolto i piccoli brandelli della sua vita e pezzetto per pezzetto li ha sovrapposti, uno sull’altro e ha ricostruito la sua fisionomia. Scappata come ha potuto, da un uomo che le ha fatto toccare il fondo, possessivo, violento, da cui è riuscita a scappare probabilmente un attimo prima che succedesse l’irreparabile.
A Annachiara che a 27 anni si è permessa il lusso di lasciare Graziano Bruognolo. Lui lo chiamava amore quello che provava, ma era una malattia; ha pianificato di ucciderla e ha smesso di sparare solo quando lei è caduta in terra e ha creduto fosse morta. 3 volte ha premuto il grilletto della sua calibro 22. Poi ha rivolto l’arma contro sé stesso. Morto immediatamente dopo, a 25 anni.
Annachiara non è la prima, non sarà l’ultima, ma lei ha saputo dire basta anche pagandone le conseguenze. Uomini, come terroristi dell’isis che non temono la loro morte, che impongono uno stile di vita, distruggendo la psicologia della loro compagna giorno per giorno, subdolamente o in maniera più violenta e palese a cui, alla fine, siamo pure capaci di adeguarci.
Annachiara è andata via da Graziano, lui non gliela ha perdonata, noi tifiamo tutti per lei, ancora in ospedale e in prognosi riservata. Guarisci presto, fai passare questo Natale che non sarà bello per te, fai un altro sforzo, il più grande e la vita tornerà a sorriderti.
Ma il mio triste pensiero di oggi va anche a chi non ce la fa a sopportare le cose della vita, quelle che ti succedono, che non sai accettare: a Paolo, amico e professionista stimato, uomo elegante e di indiscusso garbo che da ieri non è più fra noi.
Un Natale di pensieri, di ricostruzioni, di abbracci, spesso falsi, di falsi sorrisi, di auguri di chissà quale roseo futuro.
Ok, va bene, nell’attesa restiamo in questa valle di lacrime.