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Camminando da Montefiascone si arriva Viterbo

Di Luisa Belardinelli

Mercoledì 17 agosto 2016 ore 5:30 – La sveglia suona inesorabile… Oggi 20 chilometri ci aspettano… L’umidità è tanta, non avremo acqua per tutto il percorso, l’importante quindi è partire con una bella scorta.  La salita che ci aspetta prima di uscire da Montefiascone è interminabile… La discesa poi è azzardata, le ginocchia di Alessandro, il mio compagno, sono messe a dura prova, lo sento che stringe i denti ma non molla proprio perché ad un passo dalla fine della strada ne inizia un’altra… Non sterrata, non d’asfalto… Un tratto originale dell’antica Cassia! Una strada storica, importante, fondamentale per l’epoca. Un’arteria essenziale per la sopravvivenza e per la comunicazione. Noi la stiamo percorrendo, quasi non vorrei sporcarla con le mie Merrell distrutte… Percorriamo l’antico basolato della via Cassia. Attraversiamo quindi un tratto collinare, con suggestivi panorami su Montefiascone e Viterbo. Un’oasi verde ci aspetta… Sono le terme del Bagnaccio, una serie di pozze di acqua calda, da sempre frequentate dai pellegrini che transitavano lungo la Via Francigena.  Rinvigoriti dalle terme proseguiamo il percorso ormai quasi terminato ed entriamo finalmente a Viterbo.

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Il nome Viterbo si dice derivi dal latino Vetus Urbs, Città Vecchia. Il suo centro storico medievale è molto vasto e cinto da mura. Viterbo è storicamente nota come la Città dei Papi: nel XIII secolo fu infatti sede pontificia e per circa 24 anni nel palazzo papale vi ospitarono o vi furono eletti vari Papi. Ammiriamo inoltre le suggestive case torri, oggi ancora abitate.

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La città è inoltre famosa per il trasporto della Macchina di Santa Rosa, tradizionale e spettacolare manifestazione annuale (3 settembre) in onore della Santa patrona: una struttura illuminata, alta 30 metri e del peso di 52 quintali, la quale viene portata a spalla da cento uomini, i Facchini di Santa Rosa, per le vie abbuiate della città. Nel 2013 la Macchina è stata inserita dall’UNESCO tra i Patrimoni immateriali dell’Umanità.

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Viterbo, casa torre

Da non perdere il Duomo di San Lorenzo, il Palazzo dei Papi (costruito fra il 1255-1266 sul colle di San Lorenzo), la chiesa di Santa Maria Nuova, una delle più antiche del capoluogo, risalente al 1080, i vicoli caratteristici e il vecchio quartiere medievale di San Pellegrino, e molto altro ancora.

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Un’altra avventura è trascorsa…  Dopo aver assaggiato l’acquacotta viterbese (una succulenta zuppa di verdure), siamo stanchi ma appagati… Domani proseguiremo il nostro viaggio.

 

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Luisa Belardinelli

Luisa Belardinelli

Giornalista