Chi non può pensare ad un futuro, perchè non ha un presente
di Laura Fasciani –
“Non sono razzista, ma non è giusto che vengano a rubarci il lavoro, le case, le possibilità. Si dovrebbe pensare prima al futuro degli italiani…”
Questa la frase che negli ultimi giorni, per non dire da sempre, le mie orecchie sono costrette ad udire. Un ordine di priorità che si pretende: prima gli italiani, poi se dovesse avanzare tempo, denaro e quant’altro semmai pensiamo agli “altri”.
Ci sono tanti particolari però che vengono ignorati: partendo dal presupposto che i soldi devoluti agli immigrati provengono da casse messe a disposizione dall’Unione Europea proprio per lo specifico scopo di accoglienza, integrazione e inserimento (ammontano a 3 miliardi e 196 milioni di euro i finanziamenti complessivi disponibili per i tre Fondi europei stabiliti con il programma pluriennale “Solidarietà e gestione dei flussi migratori”) e che se non fossero presenti gli stessi, non sarebbero assolutamente devoluti, perché pensare agli italiani è compito dell’Italia, pensare agli altri è un dovere comune!
L’Italia è da sempre un Paese solidale, l’esempio più eccelso di quel che dico è la gratuità dei servizi sanitari, che non vengono negati a nessuno. Al contrario di quanto avviene nel continente Americano tanto apprezzato nel servizio che viene assicurato solo ai cittadini che siano in grado di permettersi un’assicurazione che ne garantisca le cure, laddove vediamo tutto funzionare al meglio ma ignoriamo che questo diventa possibile perché tutto è privatizzato e reso disponibile solo ad una cerchia ristretta di benestanti.
Non ignoriamo dunque che la loro presenza non preclude qualcosa a noi, anzi, forse loro rappresentano una forma di ulteriore guadagno per il nostro Stato che, purtroppo, mi porta ad essere scettica su quanti di questi soldi messi a disposizione dall’U.E. siano realmente poi usati per i nobili scopi preposti.
Ad Anzio, da qualche mese, in Via dell’Armellino per la precisione, sono state messe a disposizione per alcuni ragazzi provenienti da diversi paesi Africani diverse abitazioni. Tante sono state le polemiche. Nessuno è razzista, eppure nessuno vorrebbe un vicino di casa che quella casa non se l’è guadagnata, ma che gli è stata donata.
Sono 44 i ragazzi ospitati in questi alloggi che Karol, un ragazzo di Anzio, ha scelto di conoscere.
“Quelli che mi sono trovato davanti – spiega Karol – sono ragazzi giovanissimi, gente che non ha neanche avuto il tempo di pensare al proprio futuro, tantomeno di andare a rubarlo a qualcun altro come spesso si legge. Quelle che ho incontrato sono persone che la loro giovinezza hanno dovuto arrestarla sul nascere, e sono stati costretti a scappare da terre che non lasciavano alternativa. Io sono andato al centro di Via dell’Armellino perché ero confuso e, a dire il vero, anche un tantino arrabbiato per questa incredibile campagna d’odio e di menzogne che si porta avanti un po’ per ignoranza e un po’ perché fa comodo. Mi è bastato poco per capire che, dopo centinaia di persone che si sono recate lì solo per insultarli, tutti loro erano semplicemente contenti di vedere che la mia visita non aveva cattive intenzioni. Mi hanno accolto con entusiasmo e incredulità, mostrandosi per quello che sono realmente: dei giovani ragazzi in difficoltà che non vedono l’ora di trovare qualcuno che li tratti come persone, non come criminali o bestie. Ho anche deciso di portare al centro d’accoglienza molti abiti che non indosso più; uno di loro, infatti, mi ha detto che portava gli stessi pantaloni da un anno. Ora ho intenzione di tornarci presto, anche per far capire a più persone possibili che siamo di fronte a gente che è sfuggita a un futuro di soprusi e morte, che in molti casi ha perso famiglia e affetti, e che non ci sta rubando proprio nulla”.
Quando si ha il coraggio di vedere con i propri occhi, udire con le proprie orecchie quello di cui si parla, solo allora si giunge davvero alla verità, non per sentito dire, non per immagini date per buone, ma attraverso un’esperienza diretta…. Questo ha fatto Karol, non ha dato nulla per vero se non ciò che lui stesso ha sentito, visto e provato!
La verità va cercata, non sarà lei a trovare te!