Circolo Cittadino. Curata da Fabio D’Achille la mostra “FUORI DALLA FORMA” di Ina Damyanova
A cura di Cora Craus –
MAD Museo d’Arte diffusa e Circolo Cittadino Sante Palumbo di Latina presentano la personale grafica, scultura e fotografia dell’artista bulgara INA DAMYANOVA: “FUORI DALLA FORMA”. L’esposizione d’arte contemporanea accompagna il flusso di eventi e attività del circolo che culminano nella Giornata Internazionale della Donna l’8 Marzo 2025. Dal 6 febbraio all’interno del Circolo Cittadino e nell’area della caffetteria, Fabio D’Achille ha allestito la mostra dell’artista bulgara proveniente dalla Galleria Bulgaria dell’Istituto Bulgaro di Cultura a Roma.
“Ina Damyanova – industrial designer – ha realizzato disegni di grande dimensione, monocromatici che nel contrasto creano luci nel buio, scrive Fabio D’Achille – come dei percorsi di energia che creano forme astratte. Affianco a questi grandi studi grafici emergono sculture interessanti e avvolgenti come raffigurato nelle fotografie in bianco e nero dove l’autrice si svela in relazione con le sue opere plastiche. Le sculture sembrano essere la forma, appunto lo sviluppo di quei percorsi grafici.”
Chi è l’artista bulgara Ina Damyanova?
Ina Damyanova, è un’importante artista e designer bulgara con numerosi premi e riconoscimenti, con anni di esperienza nelle arti visive, nella scultura e nella ceramica. Lo stile distintivo di Ina Damyanova è chiaramente riconoscibile in tutte le sue opere, in vari generi, media e materiali.
La stessa artista presenta così questa sua nuova mostra: “Fuori dalla forma – racconta direttamente Ina – è una continuazione naturale della mia ricerca nella profondità delle emozioni, degli stati interiori e dei movimenti che ci condizionano. Per uscire da qualcosa, prima devi immergerti dentro, nel suo profondo, sentirla diventare parte di te e diventarne parte anche tu. Soggetto di osservazione e consapevolezza, per me, sono proprio quei movimenti interni invisibili che trovano espressione e costruiscono la nostra forma esterna, negli anni, quasi fosse una conchiglia. Alla ricerca della mia essenza, della libertà di essere autentica, essere me stessa, sul mio cammino sono giunta alla rottura del bozzolo che ho simbolicamente trasformato in mio attributo. L’uscita simbolica dalla forma è in realtà l’uscita dai cliché che ci limitano nella vita, oltre la cornice e tutto quello che accumuliamo in noi con gli anni, rendendolo un nostro secondo corpo e abituandoci a conviverci, nascondendovi dentro le nostre paure, il dolore e la verità, usandolo come corazza, fino a svegliarci un giorno, irrigiditi, col desiderio di lasciarlo perché rimanga solo la nostra essenza. Questa è una trasformazione e reincarnazione interiore, tramutata in volo, in mia crescita personale”.