Concorso Internazionale di Fotografia Città di Latina. “Oliviero Toscani – Storia di un sovversivo”

A cura di Cora Craus –
L’appuntamento, per uno degli eventi di punta del Concorso Internazionale di Fotografia Città di Latina, è per sabato 10 maggio alle ore 21.00 presso il Museo civico Duilio Cambellotti di Latina, che per questa occasione sarà aperto fino alle ore 23.00. I posti sono limitati e la prenotazione è obbligatoria via mail a info@concorsointernazionalefotografia.it
Nicolas Ballario, a lungo braccio destro di Oliviero Toscani, sarà a Latina quale ospite del Concorso Internazionale di Fotografia promosso da Latina Mater Ets, Fondazione Roma e Comune di Latina.
Critico d’arte, giornalista e curatore, ha a lungo lavorato con Toscani. Conosciuto da giovanissimo ai tempi della militanza nel Partito radicale, a 22 anni Toscani ha scelto Ballario come suo allievo prediletto e lo ha portato con sé alla Sterpaia. Da lì l’inizio di un rapporto che è andato ben oltre quello tra allievo e maestro. L’incontro di sabato 10 maggio sarà un prezioso viaggio per immagini attraverso la vita, i pensieri, le opere del fotografo che per primo ha saputo fare dell’immagine pubblicitaria stimolo, critica sociale, provocazione, arte. Storia di un sovversivo, ma anche e soprattutto di sovversioni che hanno contribuito a fare la storia di tutti noi.
“Oliviero Toscani, milanese classe 1942, si legge in una nota degli organizzatori – con il suo linguaggio ha cambiato la comunicazione moderna, diventando la vera forza creativa dietro alcuni dei più noti giornali e marchi al mondo. Ha stravolto il concetto di advertising, introducendo temi fino ad allora lontani da quel mondo: guerra, morte, violenza, sesso, Aids e immigrazione. Toscani è stato un artista geniale e irriverente, ha raccontato tramite immagini un’attualità difficile e complessa, lanciando messaggi potenti e talvolta crudi, ma sempre stimolando riflessioni di ampio respiro.
“Come faccio ad avere paura di quello che non conosco?” – aveva risposto Toscani a chi gli aveva chiesto se avesse paura del futuro. “Ho fiducia che sarà fantastico. Piuttosto ho paura del passato, che possa tornare e che spinga la gente a non avere il coraggio di mettere piede nel futuro. Però spero che le prossime generazioni saranno in grado di affrontarlo, il futuro. E di affrontarlo uniti, senza più discriminazioni. Perché esiste una sola razza: la Razza Umana”. È questo il nome del progetto con il quale Toscani fotografava nel mondo la gente nelle strade, su fondo bianco, senza differenze, per “sancire il diritto per ogni essere umano ad avere la propria immagine, a essere diverso, a essere un’opera unica e irripetibile”. Lo aveva intrigato essersi sentito dire “lei non può fotografarmi, perché mi ruba l’anima”. “Se fotografi per la prima volta qualcuno” – diceva Toscani – “si può davvero vedere questa energia umana che esce dagli occhi. Non so se possiamo chiamarla anima, ma qualcosa c’è e ha una potenza incredibile”.