Da Aprilia, la cantautrice Alis Pompeo. Uscirà a giorni il suo “Resonance”
di Marina Cozzo –
Il 4 maggio uscirà l’album dell’emergente cantautrice apriliana “Resonance” e noi abbiamo voluto strapparle la sua prima intervista per l’evento. Così l’abbiamo incontrata per quattro chiacchiere e un drink al Caffè Centrale di Aprilia, insieme al suo produttore discografico Andrea Palumbo.
Alis, insegnante di musica e canto ad Aprilia, è già al suo terzo disco.
– Che cos’è “Resonance”? – chiedo subito all’artista ventottenne:
“E’ un disco digitale in inglese, che uscirà a livello nazionale e internazionale e porta sei tracce, scritte da me e da Andrea.”
– Quando avete cominciato a lavorare a questo progetto?
“A luglio dello scorso anno e ci siamo presi tempo, impiegandolo a studiare e valutare il mio sound, in modo da dare una linea più pura coerente con la mia personalità artistica. Abbiamo concluso le registrazione poco tempo fa e il disco uscirà sia in formato digitale, scaricabile con I-Tunes, sia formato in cd, anche se in numero limitato perché i cd, ora, li vendi sopratutto nei concerti.”
– Perchè hai usato la lingua inglese per le tue canzoni e, conoscendoti so che canti anche in italiano, ma sembra tu preferisca sempre l’inglese? Forse perché la lingua anglosassone è più musicale?
“Si, lo è decisamente, ma anche perché l’inglese è una lingua che mi appartiene proprio. Io ho sempre scritto in entrambe le lingue, ma nella mia formazione musicale l’inglese ha la prevalenza in assoluto.”
Ma scrivere un testo in inglese, per un italiano, deve essere parecchio difficile, si deve avere una grande padronanza della lingua… “Si infatti e io proprio per questo progetto ho vissuto un mese in Pennsylvania, dove peraltro ho partecipato ad un Festival come rappresentanza italiana, cosa che mi ha reso particolarmente orgogliosa. Le canzoni che ho scritto portano tanto dell’America che ho vissuto e che mi è rimasta dentro”.
– I titoli delle canzoni, vuoi annunciarli? E a quale sei più legata?
“1) A soul I used to know; 2) 20 steps, un signolo che sta uscendo in tutte le radio italiane; 3) I call it; 4) Trouble affair; 5)You; 6) Cross the bridge.. e i primi due e “You” sono quelli a cui sono più legata e che rappresentano l’America che ho vissuto e dove vorrei tornare, perché ho sentito una forte attrazione e connessione in quei posti.”
Poi la curiosità di conoscere questa giovane e brillante cantautrice ci spinge a qualche domanda anche al suo produttore Andrea Palumbo.
– Alis, che tipo di cantante è dal punto di vista di vocalità, dal punto di vista interpretativo?
“E’ una cantante con un timbro molto riconoscibile ed è questa una qualità molto importante. Non è una voce comune e la sua creatività ha creato subito una intesa molto forte. C’è uno scambio importante di fiducia e una intesa collaborativa davvero eccezionale.”
– Io la vedo come una artista stacanovista
“Beh come ogni artista, quando gli astri si allineano si procede magicamente. Essendo un lavoro creativo ci sono le giornate in cui si procede molto a rilento e non si conclude nulla, ma poi magari c’è la giornata favorita dagli astri per cui in dieci minuti finisci una canzone”.
– Come si scrive una canzone?
“In genere parto dagli accordi: ne butto un paio giù e poi da lì comincio ad approcciare con un testo…”
– Come si chiama la casa discografica?
“Si chiama 04011 Record, che ha sede in Campo di Carne a Via Candigliano…” Come il codice di avviamento postale di Aprilia
Interrompo io – Meno male che non l’hanno cambiato anche qui, altrimenti, Andrea, avresti dovuto modificare il nome della casa editrice: dovete sapere che l’altro a Pomezia è stato cambiato dopo settant’anni!
Alis farai un tour con questo disco?
“Si, avremo 10 date e saremo a Roma, Napoli, Foligno, Perugia, Latina, Aprilia…. La mia band è composta di ragazzi di Aprilia, amici: Fabrizio Lo Cicero, alle percussioni, io, banjo e chitarra acustica, Giuliano Quattrini (l’unico romano) chitarra acustica e Andrea Palumbo, chitarra e basso. Ma questa è la band dal vivo che si differenzia da quella di registrazione, dove tu combini le tracce di tutti gli strumenti per renderli a mò di orchestra. Nella canzone 20 steps ci sono la bellezza di 89 strumenti, che Andrea ha combinato insieme per creare appunto una base orchestrale”.