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Da Latina a Cracovia all’insegna della fratellanza. Monica, tra i 150 ragazzi pontini, ci racconta l’incontro con Papa Francesco.

A una settimana dall’evento che ha coinvolto 1.600mila giovani fedeli provenienti dalle Comunità Neocatecumenali di tutto il mondo, abbiamo intervistato Monica, una bellissima diciassettenne di Latina, rientrata insieme agli altri 142 pontini dalla spedizione a Cracovia, sede della Giornata Mondiale della Gioventù 2016, dopo aver ricevuto la benedizione di Papa Francesco e l’invito a diffondere il Verbo

– Monica, quando e come nasce la partecipazione del vostro gruppo a questa GMG?

– Sono esattamente sei anni che aspettiamo questo evento, da quando i ragazzi più grandi del mio gruppo parrocchiale di San Luca, il Laboratorio del Vangelo, sono tornati da Madrid nel 2011. Le loro testimonianze hanno fatto crescere in noi la curiosità di provare sulla nostra pelle ciò che loro avevano vissuto. Noi giovanissimi non credevamo fosse possibile avvertire le emozioni che loro ci avevano descritto con entusiastico coinvolgimento. Alla base di questa curiosità è evidente che ci fosse già un minimo comun denominatore verso i valori della religione cattolica cui siamo formati e informati, dall’infanzia, dalla famiglia e dal gruppo parrocchiale: l’umiltà, la fratellanza, la solidarietà, l’amore verso il prossimo e la fede; ma soprattutto la volontà di condividere all’insegna di questi valori, nuove esperienze di formazione.

 

– La partenza per Cracovia è stata salutata dal Vescovo di Latina Mons. Mariano Crociata, il quale vi ha delegato come rappresentanza della comunità pontina. All’indomani della partenza (24 luglio) come si è svolto il programma della settimana?

– Siamo rimasti colpiti, prima della partenza, dalla notizia che avremmo alloggiato in una famiglia, mentre speravamo di rimanere uniti sotto un unico tetto. Ma la squisita ospitalità che ci è stata offerta ha di gran lunga compensato l’iniziale malcontento. La gentilezza, la cordialità riservataci ci ha fatto sentire a casa. Di estremo interesse con rilevanza storica, artistica e culturale, sono state le mete delle nostre numerose visite esterne. Dopo il lungo percorso in bus da Latina, la prima tappa è stata Vienna dove siamo entrati nel museo della musica e osservato il belvedere della città del Danubio. Nei giorni successivi invece, oltre Cracovia, abbiamo visitato il campo di concentramento di Auschwitz, il Santuario della Madonna di Czestochowa, il Castello di Wawel, la miniera del sale. Tutte queste visite, hanno conferito lustro alla nostra permanenza, corroborando il già elevatissimo grado di soddisfazione maturato, oltre ai momenti di comunione e preghiera che hanno caratterizzato ogni singolo giorno.

 

– I gruppi parrocchiali lavorano molto nella ricerca della condivisione dei valori da diffondere già in tenera età. Qual è stato il valore aggiunto da questa esperienza?

– Il valore aggiunto che ha acquisito per noi questa esperienza si è senz’altro identificato in quella particolare scintilla che è subito scoccata in tutti noi nella evidente condivisione di tutti i principali valori portanti della religione cattolica. Tutti i ragazzi provenienti dalle più disparate parti del mondo si sono sentiti uniti intorno alla fede, alla solidarietà e partecipi di un unico credo che si fonda sul rapporto dell’uomo con Dio, il tutto condito da una grande spontaneità fra tutti i partecipanti e dal trasporto verso le cose più semplici, più genuine. tutto questo generava un sentimento di tenerezza misto a commozione che faceva sorgere spontaneamente una riflessione sulla situazione attuale: se lì, a Cracovia, oltre un milione di giovani sono riusciti a riunirsi e a creare una situazione del genere, fatta di apertura ecumenica ai diversi orientamenti religiosi, alle diverse etnie, alle diverse estrazioni sociali, perché la magia di questa atmosfera non può essere estesa al mondo degli adulti?

 

– Interessante questa proposta, Monica. Gli adulti dovrebbero prendere spunto anche da ciò che fanno i giovani oltre a formarli. Tuttavia, la tua fascia d’età, prossima ai fatidici 18anni, ti consentirà ancora di partecipare alla prossima GMG prevista a Panamà. Ci sono possibilità per ripetere questa esperienza?

– Il successo del modello organizzativo e la buona riuscita, costituiscono di per sé i presupposti per la prossima GMG di Panamà. Ma devo aspettare il 2019 e avrò tre anni per pensarci.

 

– Non hai avuto paura tra ipotetici attentati terroristici e rischi di contagio per il caso di meningite che ha colpito Susanna, anche lei tra i partecipanti della vostra avventura?

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– Non posso nascondere che lo spettro sempre latente di qualche attentato terroristico, come quello nella chiesa di Rouen,  divenuto drammaticamente reale a due giorni dal nostro arrivo, abbia  avuto un certo peso sulle coscienze di tutti i ragazzi, ma l’entusiasmo per l’irripetibile esperienza ha finito per esorcizzarlo. Tragico invece l’episodio che ha coinvolto la giovane Susanna, colpita dalla meningite, per  la quale siamo rimasti scioccati dall’unica notizia negativa riscontrata in questa esperienza. Mi piace ricordare una frase che l’amatissimo pontefice ha pronunciato durante il suo intervento, nella quale tutti noi ci siamo identificati e che considero emblematica dell’intera esperienza vissuta:<<La Pace costruisce ponti, l’odio è il costruttore dei muri>>.

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