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Filosofia al femminile. “Maria Zambrano Nascere Dis-nascere Rinascere” di Maria Forte

Di Cora Craus –

Il libro “Maria Zambrano Nascere Dis-nascere Rinascere” affronta il tema dell’esilio. L’autrice, Maria Forte, insegnante di Filosofia e Storia, prosegue il suo lavoro di riflessione sulla filosofia al femminile. Dopo il successo ottenuto con la sua precedente pubblicazione su Simon Weil, filosofa francese, in questo nuovo libro presenta la figura di Maria Zambrano, una grande pensatrice e filosofa spagnola.

Si conferma la cifra stilistica di Maria Forte: grande chiarezza e sintesi, esaustiva e mai scontata semplificazione di concetti complessi, capacità di conquistare e risvegliare l’interesse e la curiosità del lettore/trice; quasi un subliminale invito all’approfondimento, grazie agli ampi stralci delle opere citate e la buona dose di bibliografia che accompagnano i suoi lavori.

Questo nuovo libro è un lavoro denso, vissuto e condiviso da un punto di vista femminile e, ci verrebbe da dire, “femminista” ma, come ricorda l’autrice, Zambrano non amava definirsi femminista. E noi rispettiamo questa volontà.

 Maria Forte ha confidato ai lettori che per lei le opere della filosofa spagnola sono estremamente provocatorie e rivoluzionarie, aspetti che l’hanno spinta ad approfondire il suo pensiero, con l’intenzione di promuovere una nuova prospettiva e un nuovo interesse sul pensiero femminile, particolarmente necessari in questo periodo storico. Inoltre, la scelta di concentrarsi sull’esilio è legata alla rilevanza attuale dell’argomento: immigrazione ed esilio, infatti, rappresentano attualmente il dramma del mondo.

  “Maria Zambrano Nascere Dis-nascere Rinascere” (pag. 97- €12) è pubblicato dalla casa editrice Pazzini, nella collana “Al di là del detto” diretta da Carmine Di Santo.

La “morfologia” del libro descrive il pensiero e le opere della filosofa, la loro funzione e il significato che hanno rivestito nell’evolversi del pensiero filosofico del Novecento, lasciando spazio a una riflessione e comparazione di Maria Forte, con l’attuale e drammatico momento storico che stiamo vivendo. La grande rivoluzione di Zambrano e di molte altre pensatrici del secolo breve, narra l’autrice, è stata quella di spostare la centralità del pensiero filosofico dalla morte alla nascita, portandosi dietro il concetto di accoglienza per tutto ciò che è nato, solo perché è nato.

 Il libro si apre con il capitolo “Pensare l’esilio” che conduce subito all’ argomento perno della biografia e del pensiero filosofico di Maria Zambrano: l’esilio, con il carico di dolore per l’abbandono della propria terra e il tentativo di cercare una dimensione personale in questa amara realtà fatta di solitudine e negazione dei diritti più elementari. La filosofa ha vissuto per quarantacinque anni sulla sua pelle lo status di esiliata che spiega con il paradosso: “l’esilio come patria”.

 L’esilio – spiega Forte – stravolge la vita nel suo normale scorrere, altera perfino una realtà considerata per sua natura immutabile: la nascita, frutto di una non solitudine perchè sempre frutto di una relazione. L’esiliato deve accelerare la sua “morte”, deve dis -nascere e autogenerarsi per poter rinascere e vivere la sua vita. Un susseguirsi di passaggi certamente non semplici e indolori.

 Questo processo di morte e rinascita, sebbene in scala ridotta, sembra ripetersi nel cammino psicologico che tutti, in maniera meno drammatica, dovremmo compiere per acquisire consapevolezza del valore dei legami e della libertà.  Una riflessione, la nostra, che si lascia ispirare dalla forza dell’insegnamento di Maria Zambrano così ben esposto, senza però disconoscere le responsabilità della politica e della società.

Con estrema chiarezza Maria Forte ci rivela l’identità dell’esiliato definendolo: un non vivente costretto a vivere. L’autrice continua la sua disamina del Nascere Dis- nascere Rinascere dell’esiliato citando la dialettica dello spirito di Heghel per meglio fissare nel lettore il dolore e lo spaesamento fisico di una rinascita quasi infinita. Questa condizione costringe l’esiliato a riscrivere la propria autobiografia secondo un nuovo e inevitabile modo di pensare. Secondo l’autrice, infatti, la filosofa Zambrano ha trasformato la sua esperienza di vita in esilio in “una categoria speculativa e metafisica originale”.

Infine Maria Forte, rimanendo nel solco della psicologia dell’esiliato, menziona brevemente l’amore per l’Italia e per il grande poeta Dante, a cui la filosofa spagnola ha dedicato due scritti che mettono in luce come l’esperienza dolorosa dell’esilio vissuto da Dante abbia rappresentato la scintilla creativa per la sua opera principale: la Divina Commedia.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista