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Giovedì, 5 gennaio Fabio Pantano apre la sua Casa d’Arte al Nicolosi.

 A cura di Cora Craus –

Giovedì, 5 gennaio alle 16:30 Fabio Pantano apre la sua Casa d’Arte al Nicolosi e presenterà il suo primo libro: “Uno comune di cosa maschile singolare” pubblicato dalla casa editrice pontina “Novecento”. L’evento è curato da Fabio D’Achille.

 Sarà una sorpresa visitare la dimora dell’artista, stavolta completamente decorata dalla grande manualità di Pantano; una casa AD ARTE perché Fabio Pantano si spinge fino al dettaglio, il cassetto, la porta, lo specchio, la mensola, il letto a castello e si anche il lavandino, l’armadietto, tutto coloratissimo, pareti e suppellettili e naturalmente i quadri, le innumerevoli sculture, gli intarsi, basso e alto rilievi.

 La particolarissima location è il secondo spazio espositivo per Mad   nel quartiere Nicolosi e la cinquantesima mostra in città del museo diffuso a Latina. La “Casa d’Arte Pantano” si aggiunge alla mappa del contemporaneo promossa dal Museo D’Arte Diffusa – MAD. Questa nuova sede sarà visitabile su appuntamento in via Emanuele Filiberto 42b nel lotto principale delle ICP nello storico quartiere operaio del centro storico.

 Alla totale immersione nell’arte figurativa si immetterà la magia della poesia e della narrativa, infatti, come abbiamo ricordato, sarà anche l’occasione per presentare il libro “Uno comune di cosa maschile singolare” opera prima di Fabio Pàntano.

 “Il libro è un compendio di 9 racconti di fantasia e ben 41 poesie, realizzato – scrive Fabio D’Achille, che l’ha impaginato graficamente, –  dall’autore con un approccio immersivo e un linguaggio originalissimo ed esplicito. Proprio il linguaggio è la cifra stilistica di Pàntano che pro-pone un accento anche sulla seconda lettera del suo cognome per non rischiare che venga pronunciato in maniera errata.

Il titolo allude ad una personalità comune ma singolare ed esplicitamente maschile, a sottolineare appunto un approccio di genere. L’ironia, il paradosso, la fantasia, l’amore per la famiglia, per l’arte, per i rapporti eterosessuali, le sue passioni in vita e persino la sua professione, sono al centro della narrazione.

La scienza, il progresso, le trasformazioni e perfino le mutazioni genetiche impregnano le sue storie a metà tra un’autobiografia e un flusso d’inconscio auto celebrativo quanto colpevolizzante. Avventure, fughe da relazioni familiari e complicità erotiche riempiono gli ultimi racconti e l’immaginario di Pàntano, anche se nella poesia il linguaggio è più ermetico e sembra cercare più un’armonia umana che ritmica”.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista