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Giulio Verdecchia: l’amore, il dolore, la poesia, affidati ad un social

di Alga Madìa –

Un amico di facebook, pubblica un suo scritto e mi induce alla riflessione, mi commuove quell’amore che cerca di spiegare quando non è possibile esprimerlo, manifestarlo, viverlo nello sua quotidianità. Una poesia che è una storia, purtroppo come tante, troppe, di un padre che non può vivere giorno dopo giorno la crescita dei suoi figli, a cui quei figli mancano tremendamente e che alla fine decide di affidare ad un foglio i suoi sentimenti più intimi, e ad un social. Non serve presentarla, basta leggerla e immedesimarsi. L’amore per i figli non è mai di un genitore solo.

 

PADRE SEPARATO
Vi vorrei vicino questa sera qui con me
ma voi siete lontani e io non so più perchè
Quel giorno che col taxi me ne sono andato
ritorna ogni giorno tra presente e passato
Voi eravate piccoli e non potevo pensare
che un dolore così grande avrei dovuto affrontare
Si dice che i bambini devon restare con la mamma
che li sa accudire, li sa mettere a nanna
Li sa portare a scuola, gli sa far da mangiare
e il padre quel bastardo che si potesse ammazzare
Le telefonate ogni giorno per sentire la vostra voce
“No ora stan studiando, stan mangiando” è la mia croce
E voi cosa pensate, cosa avete nella testa ?
avete lo stesso mio dolore, o pensate solo alla prossima festa ?
Ed i week end alternati passarli con voi
racchiudere in due giorni tutto l’amore tra noi
La domenica sera lasciarvi sotto il portone
ogni volta vorrei morire non reggo l’emozione
Gli anni stan passando e siete adolescenti
ma della vostra vita conosco solo dei frammenti
Io spero che per voi non sia la stessa cosa
che la lontananza non sia così dolorosa
Che possiate vivere felici tra scuola e cellulare
e crescere sani e forti e mi riusciate lo stesso ad amare.

(Giulio Verdecchia)

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