Haute Couture, gli abiti da fiaba di Anton Giulio Grande.
di Alga Madìa –
Saliamo le due interminabili rampe di scale e dal caos della città eterna e del pieno centro storico, passiamo in pochi secondi in un’atmosfera calda e d’altri tempi. Ci aggiriamo fra i saloni della dimora delle principesse Maria Pia e Giacinta Ruspoli, il parquet scricchiola sotto i passi, le lampade soffuse, le pareti ricchi di quadri importanti. Poi, fra i tanti bellissimi dipinti e ritratti, anche delle padrone di casa, si fa largo un Caravaggio a impreziosire ancor di più le pareti e a farsi ammirare dai presenti.
E’ qui, nella cornice sontuosa di Palazzo Ruspoli, che Anton Giulio Grande ha pensato di presentare la sua ultima collezione Haute Couture e dove le principesse, padrone di casa, hanno accolto gli ospiti che per poche ore si sono sentiti calati in una favola d’altri tempi.
Le modelle sono comodamente sedute sui divani o sui braccioli delle poltrone o sdraiate sul letto a baldacchino che fu di Napoleone III e sembrano non far caso a chi le ammira, a chi ammira gli abiti che indossano, così eleganti e sfarzosi che possono solo far sognare le donne, che come me, corrono dalla mattina alla sera.
Su di loro fra pizzi, piume, frange, splendono gioielli Swarovski, eleganti perle, cristalli, metalli rodiati che impreziosiscono a arte il collo. Mannequins che dalla sapiente, sofisticata capacità di Paolo Panczyk diventano seducenti gatte, racchiudendo nei loro tratti felini elementi di cultura e di ricerca”, per rinventare così, l’antica favola della “Gatta bianca”, dove il sortilegio di una fata trasformò la principessa e la sua corte in eleganti, misteriosi felini.
E questa atmosfera irreale aleggia nelle sale; tulle nero che gonfia la gonna impreziosita da nervature di raso, trasparenze, cappe, scialli, interpretano questi eleganti e seducenti felini, dando forma a giochi di luce e contrasti e a sogni fiabeschi. Un incantesimo perfettamente ricreato dalla grande immaginazione di Anton Giulio Grande, che trasforma l’antica fiaba in un abito.
“lLa gatta bianca è la musa dello stilista”, spiega Barbara Signorelli, ufficio stampa dello stilista. “Tutti gli abiti bianchi sono stati realizzati a mano da Anton Giulio, ricami compresi. Ci sono volute circa 450 ore di lavoro attento e minuzioso.
Fondamentale la scelta dei materiali, per esempio, “Le piume sono di struzzo o di marabù, ma nessun animale è stato danneggiato per prelevarle. Questo – aggiunge – per noi è molto importante. Da dire che questi sono chiaramente abiti da esposizione, ma le nostre clienti, quelle di tutti i giorni sono persone normali che cercano e ottengono da noi tutta la cura e l’attenzione che riserviamo all’haute couture”.
Le principesse Ruspoli continuano a muoversi elegantemente nell’antico palazzo Ruspoli, di proprietà della famiglia fin dal 1500, Giacinta, amica da anni dello stilista lametino, indossa un suo abito e spiega che il mondo dell’Haute Couture ha sempre fatto parte della sua vita, amore che le è stato tramandato dalla madre, ex modella.
Una sfilata per sognare, per capire che non c’è mai nulla che la donna non possa osare, che la bellezza, lo stile, lo charme, non è altro che l’arte di saper assemblare i ricchi materiali che in questa collezione abbondano, in un’armonia di colori, tagli e movimento. Quello che ha saputo perfettamente realizzare, attraverso i suoi abiti Anton Giulio Grande.
Nella foto lo stilista insieme alla sua cara amica Maria Luigia Spinelli, entrambi di Lamezia Terme.