Il libro: “La rivincita dello spiritualismo – Scritti di filosofia per la Revue des Deux Mondes”
A cura di Cora Craus –
Curato da Giovanni Balducci e dal filosofo pontino Mauro Cascio il nuovo libro “La rivincita dello spiritualismo – Scritti di filosofia per la Revue des Deux Mondes” (pag. 224 – €30) pubblicato dalla casa editrice Bonanno nella collana: Cultura e formazione, è un nuovo rilevante tassello di ricerca storico filosofico. In questa nuova edizione sono ripropostigli interventi di Victor Cousin, introdotti da uno scritto di Schelling sulla sua filosofia, e seguiti da una lettera indirizzatagli da Alessandro Manzoni, sono stati pubblicati sulla Revue des Deux monde una delle più prestigiose riviste francesi, fondata nel 1829 e ancora in attività. La rivista un vero e celebre laboratorio umanistico che ha coinvolto tra gli altri Alexandre Dumas, Honoré de Balzac, Charles Baudelaire e Victor Hugo.
Victor Cousin, è stato un filosofo e storico della filosofia francese, un protagonista della vita culturale del suo tempo, (la Restaurazione) è, a tutt’oggi, considerato il fondatore della storiografia filosofica francese; fu lui a coniare il termine e il concetto di spiritualismo in contrapposizione al positivismo. Conobbe l’onta della prigione per le sue idee politiche filosofiche. Fu allievo di Laromiguière e professore a Parigi alla Normale e alla Sorbona, Ministro della pubblica Istruzione e punto di riferimento del milieu culturale: da Adolphe Franck ad Augusto Vera.
Il “duello” ma, sarebbe, forse, meglio dire, la triangolazione tra spiritualismo, positivismo e illuminismo è sempre aperto, vivace e attuale: lo spiritualismo prende in considerazione qualcosa che il positivismo aveva e, forse, continua a tralasciare: l’analisi interiore, la coscienza, la realtà sostanziale dello spirito mentre l’illuminismo ingloba e si oppone, in un affascinante paradosso, entrambi i movimenti filosofici.
“Il positivismo ottocentesco – si legge in una nota – aveva finito per mettere in crisi la filosofia. Se bisogna solo descrivere il mondo, e per questo ci sono già le scienze come la fisica, o la chimica, non si capisce che ruolo possa avere una filosofia qualsiasi se non quello, al massimo, di fornire una storia o di avventurarsi in teorie plausibili ma non dimostrabili. Un sentiero accidentato dove continuamente rischiava di essere messa fuori gioco. Gli illuminismi radicali e ben radicati dall’illuminismo in poi, rischiavano (e rischiano) di favorire filosofie dell’impotenza e della disfatta.
Una scusa dotta per non avventurarsi di fatto in nessun percorso conoscitivo. La reazione a questo clima di esaltazione della ‘natura’ fu, in nome della ‘coscienza’ soprattutto, lo spiritualismo che andò a recuperare il meglio della filosofia classica tedesca da Schelling ad Hegel”.