Il Manifesto di Ventotene
di Cora Craus –
Il libro d’oggi, “Il Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi (Ed.Celid Euro 10,00), oltre ad essere la “Bibbia” degli europeisti, è anche il “souvenir” più acquistato in quel lembo del nostro territorio che “ospitò” il Gotha dell’opposizione antifascista. E a ben rifletterci questa nostra “sbrindellata” provincia è stata la testimone dell’Omega e dell’Alfa, fine e principio, la morte e nascita, dei più importanti cambiamenti politici italiani del Novecento.
“Se Ventotene ha lasciato in me un segno indelebile, anch’ io l’ho a mia volta segnata. Quel manifesto ha reso il nome dell’isola, prima oscuro, noto in tutta Europa” Così scriveva Altiero Spinelli riferendosi al suo libro “Per un Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto” che ancora oggi è il titolo del più importante fra i testi europeistici della Resistenza; universalmente noto come “il Manifesto di Ventotene”.
Un libro la cui rilettura ci è apparsa quanto mai attuale: ravvisandolo come il simbolo che non vi sono prigioni così solide, né mura così alte che possano davvero trattenere, imprigionare “un’Idea di Libertà”. Tutti ricordiamo che il libro fu scritto, da Altiero Spinelli e dal futuro fondatore del Partito Radicale Ernesto Rossi, durante il loro confino politico. Ed era un momento in cui la follia nazista portava, ovunque, in Europa la distruzione. E le basi stesse della nostra civiltà sembravano destinate a soccombere nella folle ricerca di una razza superiore.
Le parole di Ezio Tarantelli “l’utopia dei deboli è la paura dei forti”, potrebbero essere lo slogan più appropriato per presentare o definire questo straordinario libro.
Si tratta di un testo filosofico- economico che illustrava l’utopia, (un’utopia, non vi è altro termine perdefinire il sogno di Spinelli in quella realtà storica e personale in cui si trovò ad elaborarlo) di un’Europa unita, libera senza il giogo di nessuna tirannia. Nel libro vi sono tre postulati che sorreggono il Manifesto essi sono: “l’Europa unita è garanzia di libertà, di pace, di benessere generale per le classi più povere”. Secondo “la Federazione sarà la patria di tutti coloro che per un senso innato di dignità non sanno piegarsi all’umiliazione della servitù”. Terzo: nella lotta per la Federazione si dovranno ritrovare tutte le forze progressiste, le parti più illuminate delle classi lavoratrici che non si sono lasciate distogliere dal terrore e dalle lusinghe nella loro ispirazione ad una superiore forma di vita”.
Vale la pena di ricordare che i postulati sono: “un principio indimostrato, la cui validità si ammette a priori, per evidenza o convenzione, allo scopo di fornire la spiegazione di determinati fatti o di costruire una teoria”.
Ed, oggi, a 75 anni di distanza il Vecchio continente si trova di nuovo davanti a un crocevia, ad infinite sfide interne ed esterne ad esso. Non sono più di “moda” ma sono terribilmente attuali le parole di Romano Prodi: “Vi sono momenti nei quali i popoli sono chiamati ad affermare e a definire le ragioni del loro stare insieme. Per i popoli della nostra Europa questo momento è arrivato”. Esse sembrano raccogliere e rilanciare l’eredità di Altiero Spinelli.
Nelle foto in basso un momento del vertice del 22 agosto a Ventotene.
Il Prefetto di Latina, Pierluigi Faloni in due momenti, quando incontra la cancelliera Angela Merkel e il primo ministro Matteo Renzi.