…intervista ad Ersilia Sarrecchia a margine della sua mostra “Il suono della natura”
di Cora Craus –
Fino al 30 giugno presso i locali della filiale di Latina di Benacquista Assicurazioni in via del Lido a Latina, si potrà visitare la mostra dal sognante titolo: “Il suono della natura” dell’artista Ersilia Sarrecchia.
Il visitatore incontrerà una ventina di opere dell’artista pontina appartenenti a due diverse serie ispirate al mondo della natura che ben dialogano tra loro. La mostra è curata da Fabio D’Achille.
L’artista pontina, felice di tornare ad esporre nella sua città, con grande disponibilità ha accettato d’illustrarci il suo lavoro.
Ersilia la sua mostra, in ambedue le serie esposte, evoca libertà, voglia di respirare a pieni polmoni, voglia di primavera. Come nascono queste opere?
“Per il progetto “Ora che posso fermarmi a guardare” non sono partita da un’idea precisa ma mi sono in qualche modo abbandonata e affidata alla pittura, sentivo l’esigenza di tirar fuori, liberarmi dal torpore invernale, che quasi mi paralizza. Sono stati mesi molto faticosi in cui ho sentito fortissimo il richiamo della natura, il bisogno di immergermi in essa, di accarezzarla, annusarla e ascoltarla.. le passeggiate nei boschi, il risveglio della vegetazione, i primi fiori, l’aria fresca sul viso.. questo ho voluto rappresentare.. la riappacificazione con la terra, la riappacificazione con la vita, come una rinascita.
Mentre il progetto “Landscape” è nato durante il lockdown dove ho lavorato a diversi progetti pittorici, tra questi i landscape, una serie inedita nata nel 2017 dedicata ai paesaggi che ho rivisto e ampliato. Il periodo di chiusura al mondo esterno ha fatto maturare l’esigenza di restituire attraverso il colore le suggestioni dei paesaggi, della natura, dei tramonti, del mare di cui i nostri sguardi sono stati privati.
Questo ciclo di opere vuole rappresentare anche paesaggi interiori, partendo da uno sguardo alla natura, la matrice è astratta, non descrittiva ma istintiva, il colore suggerisce immagini lasciando spazio all’immaginazione. I Landscape nati durante la quarantena vogliono essere i paesaggi che avremmo voluto vedere, i paesaggi immaginati o semplicemente quelli visti da dentro attraverso le finestre o gli schermi dei device”.
Da cosa è caratterizzata la sua ricerca artistica?
“La mia ricerca artistica si basa sulla sperimentazione di varie tecniche e l’uso di diversi linguaggi espressivi, dalla fotografia alla ceramica e alla pittura che è il mezzo espressivo che prediligo. Le tecniche che utilizzo sono miste, olii, vernici industriali, resine, grafiti e pastelli, i supporti, di grande, piccolo e medio formato, sono tele e tavole”.
C’è un soggetto che predilige?
“Il mondo femminile e la natura sono tra i soggetti più ricorrenti. Hanno una matrice realistica anche se sono inseriti in paesaggi astratti, alle volte sopraffatti dalla materia in un dialogo continuo tra figurazione ed astrazione”.
Una pecularietà del suo stile?
“Nel mio lavoro ci sono serie dove la figurazione è predominante ed altre meno descrittive e più vicine all’astrazione.. la parte del mio lavoro che preferisco è quella più istintiva e gestuale, in cui è la pittura a decidere dove andare, e anche nei progetti dove sono più figurativa, dove le immagini sono più fedeli alla realtà sento sempre la necessità di dissacrare in qualche modo l’immagine attraverso un segno, una sgocciolatura o una sporcatura”.