“Io sono Latina”. Quando la satira diventa informazione
di Emanuela Federici –
Chi di noi non ha riso vedendo l’affaticato Will Smith implorare un passaggio fino allo stadio di Latina per recuperare l’auto? Gli occhi lucidi, il volto stravolto. Piange la chiusura di H&M. Tranquilli, non è successo realmente (Dio benedica il mito del “prezzo stracciato”). Sono le scene del film “Io sono leggenda” ridoppiate da Paolo e Riccardo Toselli.
Messaggi poco velati quelli del duo di “Io sono Latina”, che con i loro video portano avanti questa ironica denuncia sociale sul web, fatta di disagi urbani e strane lotte per il potere. Una satira positiva però, che tende ad informare sdrammatizzando le catastrofi dell’attualità pontina.
Come appunto quella della ZTL che ha bloccato il centro per le auto e per chi era abituato a parcheggiare proprio davanti al negozio preferito, seppure in tripla fila.
Per non parlare degli intrighi politici svelati da un raggelante Kevin Spacey, deus ex machina delle diatribe e dei complotti latinensi nella mini web serie “La stanza dei bottoni”, ideata con la collaborazione di Graziano Lanzidei sulle inquadrature di “House of Cards”.
“A Latina c’avete ‘sta mania de fa’ i grattacieli… ma almeno finiteli!”, protesta Freddo nella serie “Latina Criminale”. Evidenze locali che spaziano dalle raccomandazioni per il prossimo allenatore della squadra di calcio, allo sconforto del Libanese a cui hanno rifilato un appartamento a ‘Palazzo Key’. Situazioni quasi paradossali, ma assolutamente plausibili, che ci riportano ad una magra realtà con battute che fanno sorridere perché sentite e condivise.
“È nato tutto per caso. Abbiamo fatto il primo video per divertirci. Poi abbiamo visto che c’era riscontro. Molte persone ci hanno pregati di continuare e questo ha spinto la nostra voglia di fare. Ci hanno appoggiati moltissimo e ci hanno fatto capire quanto ci sia bisogno di informazione tra i giovani. Addirittura siamo arrivati al punto in cui la gente si teneva aggiornata più con i nostri video che con le notizie dei giornali”.
Così Paolo Toselli ci spiega com’è iniziata la loro avventura nella satira pontina. Trentatré anni, specializzato nel montaggio e assicuratore per caso, ha collaborato per molti anni con la Film Commission di Latina e lavorato per diversi videoclip. Lui è “l’uomo dietro la telecamera”. Ci racconta del riscontro avuto sui media e dello scontro con la politica della città. “All’uscita della serie ‘La stanza dei bottoni’, il CorriereDiLatina.it pubblicò i nostri articoli e ricevette una strana chiamata da un politico del luogo che si era sentito preso in causa. Voleva il mio numero per dirmi di cambiare una cosa nel video. Mi è sembrato incredibile che potesse arrivarmi una richiesta del genere!”.
Questi video sono un messaggio per la città. Ma secondo voi cosa dovrebbe cambiare per far funzionare le cose?
“Noi siamo diventati paradossalmente un pagina d’informazione. Paradossalmente perché la satira stravolge un po’ la realtà. Questo fa capire quanto allora vengano stravolte anche le notizie degli addetti ai lavori, che invece non fanno satira. E questo secondo me ha portato la gente a seguirci e ad informarsi con noi. La schiettezza. Ciò che davvero andrebbe fatto, quindi, è essere più veri nell’informazione, non costruendo la notizia, ma riportandola così com’è. In questo modo inizierebbe il vero cambiamento”.
“Noi la pensiamo così”, ci spiega Riccardo Toselli, iscritto alla Scuola di Teatro Fondamenta. Lui invece lo vediamo nelle riprese video, a spiegarci con ironia le strane ipotesi in programma per la nostra provincia. “Se ci fosse un’informazione sana, le persone comincerebbero a partecipare e non rimarrebbero solo spettatori di una realtà che in quel modo risulta costruita e non vera. I giornali di oggi sono un po’ come i reality. Ti fanno vedere la realtà che vogliono loro. Allo stesso modo il lettore può solo seguire da spettatore questi eventi”.
Il più delle volte però sembra quasi che alla gente non importi realmente cosa succede nella loro città. Finché i problemi non toccano la loro vita, non appaiono minimamente interessati alla loro risoluzione.
“La gente non se ne frega – sottolinea Paolo – La gente è passiva, ma è diventata così. I giornali dovrebbero far capire che cambiare una legge significa parlare di un cambiamento della vita, anche di quella di un contadino su una montagna sperduta. La gente non si interessa perché non si sente partecipe. Perché la realtà che vedono sui giornali, nei Tg, alla radio, non la sentono loro. Le istituzioni e gli organi preposti alla comunicazione e all’istruzione dovrebbero informare, non formare”.
E questa è solo l’opinione di due ragazzi che hanno deciso di rivoluzionare il mondo dell’informazione. Di parlare delle cose che accadono nella loro città, piuttosto che cercare di non dare fastidio a nessuno. È l’opinione di chi crede in un futuro per la propria comunità, anche se stanca, ottantenne e malridotta (come ci mostrano nel video “Io sono Latina”), ma con tanta voglia di andare avanti. Di resistere e lottare. Voglia di crescere… Subito. Ora.
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