La caduta del Muro di Berlino: illusioni, sogni e delusioni rivissuti attraverso i libri.
Di Cora Craus –
Il “crollo” del muro di Berlino in quel 9 novembre del 1989, apparve subito per quel che era: uno spartiacque politico, sociale ed economico di portata mondiale. A livello emotivo per alcuni rappresentò la fine di una visione politica, ideologica= una sconfitta. Per altri l’illusoria certezza della rinascita, della vittoria di un mondo futuro senza confini e senza steccati. Noi, proviamo a ripercorrere il fenomeno del crollo del Muro attraverso la lettura di alcuni libri, perché citando le parole di Emanuele Macaluso: “La verità è che tanto la caduta del Muro quanto la fine del regime sovietico innestarono sommovimenti che ancora oggi stentiamo a comprendere interamente”.(intervista di Antonio Gnoli su La Repubblica).
Uno dei libri di più recente pubblicazione, è uscito lo scorso 24 ottobre, è “Anime prigioniere – cronache del Muro di Berlino” (ed. Feltrinelli – pag. 208 – € 18) di Ezio Mauro uno dei più famosi giornalisti italiani. Dalla quarta di copertina: “Le fughe folli e l’ipnosi del potere, i divieti, i permessi, le minacce e i silenzi. Berlino: cronaca dell’ultima rivoluzione nel cuore dell’Europa. “I primi ad accorgersi che qualcosa stava cambiando furono i cani da confine. Venivano addestrati la notte, perché le fughe quasi sempre si tentavano nel buio, non avevano contatti sociali, mangiavano solo ogni due giorni per essere più aggressivi. Ammaestrati a inseguire l’odore del grande sospetto che avviluppava l’intera Ddr, i cani del Muro non potevano riconoscere il profumo della libertà che si spargeva nelle strade dell’Est europeo, arrivando a disperdersi sulle porte di Berlino.” Tutti sappiamo cosa è successo il 9 novembre 1989 a Berlino, quando, all’interno dei 108.000 chilometri quadrati della Ddr, il blocco comunista si sgretola e si affranca dalla prigionia del Muro, che separava il mondo correndo per 156 chilometri e divideva così una città e l’Europa intera. Era un simbolo del titanismo totalitario, non una semplice barriera: era un’arma. Ed era destinato a fallire. La caduta del Muro riunisce le due Berlino, che in una notte ritornano per sempre una sola città, e libera il pezzo di Europa che per decenni era finito dietro la Cortina di ferro, segnando il passaggio da un’epoca all’altra. È l’ultima rivoluzione nel cuore dell’Europa. È una storia che sa dove vuole andare, e adesso sta correndo. Ma, come tutte le grandi storie, nasconde il suo segreto nei dettagli. Nei gesti, nei passi e nei ripensamenti dei suoi protagonisti. Ezio Mauro ricostruisce in una cronaca serrata, corale e politica, il romanzo di Berlino e della sua ossessione di pietra, fino alla capitolazione finale, fino a quando “il Muro non garantisce ormai più il potere e il potere non protegge più il Muro. Questa è la formula della caduta, la chiave di Berlino, il saldo del Novecento”. “La storia passerà tra pochi minuti attraverso questo buio.”
Di tutt’altro genere, narrativa per ragazzi, il libro del giornalista e responsabile culturale di TV2000 Saverio Simonelli “Berlino. In fuga dal Muro. Storie e imprese spettacolari” (ed. Effata – pag. 96 – € 9) Dalla quarta di copertina: “Epiche, geniali, studiate o estemporanee. Così avventurose da sembrare romanzesche, tra dramma e commedia. Sono le fughe da Berlino Est. Dal 1961 fino alla storica caduta nel novembre ’89, il Muro di Berlino non è stato solo il simbolo della guerra fredda, della divisione della Germania e dell’Europa, ma anche lo spettatore di storie e imprese di uomini assolutamente normali che tentarono di riprendersi la vita superando quella barriera, inviolabile come una montagna, con la forza dell’immaginazione e del desiderio di libertà. Alcuni di loro pagarono con la vita, ma molti riuscirono nell’impresa. Queste pagine raccontano le fughe più spettacolari e assieme più genuinamente umane”.
Un romanzo intriso di letteratura. Il primo romanzo italiano sull’argomento dall’esplicito titolo “Il muro di Berlino” di Enrica Gnemmi uscito nel 1962, pochi mesi dopo la sua costruzione. e ripubblicato dalla casa editrice Interlinea grazie al curatore Paolo Zoboli, professore associato di Letteratura Italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano. Dalla quarta di copertina: “Il muro di Berlino viene eretto, in pochi giorni, intorno alla metà di agosto del 1961. Il mese dopo, a Sesto Calende, Enrica Gnemmi inizia a scrivere un romanzo, concluso nel settembre successivo e subito dato alle stampe, che rappresenterà l’unica opera d’invenzione intitolata in Italia, fra il 1961 e il 1989, al Muro di Berlino. Il romanzo narra la tormentata vicenda di Stefàn Rossbach dal «carcere orientale» di Berlino est, dove è preso in un «ingranaggio misterioso», a una angosciosa fuga al di là del Muro, tra le «folle anonime» del libero Occidente, nella vana ricerca di una impossibile libertà: una vicenda chiaramente modellata dalla scrittrice sulle predilette Ultime lettere di Jacopo Ortis ma da lei immersa in una atmosfera onirica e irreale memore, non casualmente, del Processo di Kafka. A cinquant’anni esatti da quell’estate del 1961, il romanzo della Gnemmi viene riproposto in una edizione critica e commentata, arricchita da una incompiuta e inedita continuazione della fine degli anni sessanta”.