“Latina investa sulla creatività”, parla Marco Cepollaro(PD)
Il responsabile delle Politiche economiche del Partito Democratico provinciale di Latina propone soluzioni di investimento culturale per il capoluogo pontino
Riceviamo e pubblichiamo –
Un contenitore senza contenuto. È quello che sta diventando Latina a causa dell’amministrazione di Giovanni Di Giorgi. “Quella immaginata da Di Giorgi – afferma Marco Cepollaro, responsabile delle Politiche economiche del Pd provinciale di Latina – appare come una città-contenitore priva di qualsiasi contenuto, una scatola vuota dove gettare l’ennesima possibilità. Bisogna darle un volto nuovo e l’amministrazione non riesce a farlo, non ha saputo rispondere alle esigenze più basilari e ora, con non poco affanno, si lancia nel disperato tentativo di concludere qualcosa per recuperare consenso. Questa amministrazione non ha una visione strategica ed i continui incidenti interni alla maggioranza, rafforzano quel pensiero sempre più radicato nel tessuto sociale, una sensazione diffusa di profonda paralisi istituzionale, dove il mezzo si sostituisce al fine e, come nel peggiore dei casi, ci fa navigare verso un orizzonte privo di prospettive. È a questa miopia che dobbiamo subordinare le nostre aspettative? È così che tentiamo di cambiare una città che lentamente sta consumando le ultime risorse?”
Cepollaro propone invece di realizzare un progetto in cui le peculiarità dell’impianto urbano siano essenziali e nel quale gli eventi culturali vengano programmati pensando ben oltre il singolo mese del lancio. Latina deve avere una proposta completa e più condivisibile, che incontri il favore di tutti i portatori di interesse. “È questa la chiave del successo delle città europee: l’intercettazione del favore dei portatori di interesse. Per farlo, bisogna rilanciare Latina creando un ambiente vivo, in grado di rispondere velocemente alle richieste dei cittadini, dove, ad esempio, esista finalmente un polo museale legato alla storia del territorio ma aperto per ospitare mostre nazionali. L’ingresso di investitori privati nel museo Cambellotti, per esempio, potrebbe giovare non soltanto all’offerta culturale di Latina, ma potrebbe renderlo una vera e propria attrattiva turistica per l’Italia e nel panorama internazionale”.
Il democratico crede anche che sia una necessaria la promozione di un’agenzia provinciale per la creatività: introdurrebbe un nuovo strumento per svolgere un ruolo di coordinazione delle iniziative e delle risorse pubbliche e private legate alle attività creative e alla produzione di cultura. Si configurerebbe come una partnership pubblico-privato costituita da rappresentanti delle associazione commerciali, funzionari delle istituzioni amministrative locali che intervengono in diversa misura nel campo culturale e nei settori creativi, istituzioni educative locali come la scuola e l’università, e personalità del settore urbanistico e dell’aiuto all’occupazione. Il compito di questa agenzia sarebbe individuare le molteplici aree di interesse e di intervento socio-economico che favoriscono le iniziative creative e culturali, per consentire di strutturare programmi di azioni coordinate pubbliche e private.
“Prendendo in riferimento i dati raccolti e pubblicati dall’Eurostat e considerando le dinamiche relative a reddito, occupazione e turismo – spiega Cepollaro – i risultati parlano chiaro. Nelle città in cui esiste un minimo di creatività, è possibile costituire elementi di contesto che ne facilitino la crescita e che possano incanalarla verso attività di grande godimento estetico, ma anche e soprattutto, di ritorno economico. Parliamo di industrie creative, non di semplice industria culturale. La differenza sta nel fatto che, mentre la cultura concepita alla vecchia maniera sfrutta una tradizione artistica e storica che di certo pone in vantaggio l’Italia rispetto agli altri Paesi europei, ma che non basta a posizionarla nei primi posti della graduatoria europea che misura il Capitale Intellettuale urbano, l’industria creativa (sulla quale hanno investito in particolare Spagna e Germania) proietta le città in una dimensione moderna e giovane, basata sull’integrazione con le nuove tecnologie, ma ben integrata con la tradizione e le peculiarità culturali locali”.