Latina. Un ricordo, un autore: Annibale Folchi: “La persecuzione politica a Littoria”
Di Cora Craus – “La persecuzione politica a Littoria”, il libro di Annibale Folchi da poco pubblicato si è dimostrato subito uno degli eventi editoriali più interessanti della nostra provincia suscitando interesse e accesi dibattiti. D’altronde l’occasione si presenta ghiotta : la prima grande ricostruzione storica sugl’ innumerevoli perseguitati politici, Folchi ne annovera ben 842, tra socialisti, anarchici, comunisti e cittadini comuni, che furono protagonisti della lotta antifascista sul nostro territorio.
Un territorio che, nel bene e nel male, occupa un posto speciale nella pagina di storia nazionale scritta dal regime fascista.
E’ un libro, una lettura che abbiamo apprezzato e ci ha coinvolto quasi come se la storia narrata fosse in “presa diretta”; ma per descrivere questo libro non useremo la frase fatta “si legge tutto d’un fiato” perché sono 520 pagine impegnative, ricche di aneddoti, note a piè di pagine, brevi ritratti biografici della più varia umanità e dove, al di là dello scorrere lieve della narrazione, si sente la fatica, la serietà di una puntigliosa ed obbiettiva ricostruzione storica; che va oltre la stessa Storia e racconta il sentire dei protagonisti, alcuni dei quali hanno scritto le fondamenta della libertà su cui è nata la nostra Repubblica.
Nel raccontare le tragedie, le infamie e gli atti di eroismo, nonché le “ minutaglie” del vivere quotidiano, del periodo fascista in “La persecuzione politica a Littoria”, Folchi non si abbandona mai alla retorica, fine a se stessa, dell’antifascismo, infatti, scrive: “Le storie di persecuzioni ( sul nostro territorio ndr) databili prima e dopo il fascismo rappresentano ben poca cosa perché la persecuzione politica fu essenzialmente fascista. E, tuttavia, tutte vanno ricordate perché le limitazioni, comunque imposte alla libertà delle persone, sono inaccettabili, allora e ora”.
A queste sue affermazioni fanno eco le parole di Benedetto Croce, il filosofo più volte citato nelle pagine del libro: “Il bisogno pratico, che è nel fondo di ogni giudizio storico, conferisce a ogni storia il carattere di “storia contemporanea”, perché per remoti che sembrino i fatti che vi entrano, essa è, in realtà, storia sempre riferita al bisogno e alla situazione presente, nella quale quei fatti propagano le loro vibrazioni”.
“ Littoria, – ricorda Annibale Folchi – fin dal suo sorgere, fu considerata “ la pupilla del duce” “il laboratorio dell’Ordine nuovo e dalla Rivoluzione Fascista”; accreditamenti che hanno fatto pensare ad una profonda impronta fascista impressa sul territorio pontino. Sta di fatto – continua, l’autore – che questa convinzione ancora resiste e, troppo spesso, connota politicamente Latina”.
E durante una presentazione pubblica del libro, l’autore, tra i più apprezzati ricercatori di storiografia locale, spiegò la scelta del titolo, del perché ha voluto riutilizzare l’antico nome di Littoria: l’idea è che esso rappresenti quasi un baluardo, uno spartiacque tra l’inconfutabile realtà di un preciso momento storico e la realtà di oggi.