Libera nos a malo. “ED da un uomo” racconta così le volontarie italiane.
di Francesco Gagliardi –
Sono state liberate. L’Ansa di ieri ci comunica che Vanessa Marzullo e Greta Ramelli faranno presto ritorno a casa. Due donne, giovani, che nell’era dell’Isis hanno intrapreso il loro volontariato in Siria, nella terra dei jihadisti.
Tanto di cappello, da parte mia!
Perché potevano fare tutt’altro in questa vita, come ad esempio cercare lavoro (tenendo conto della crisi occupazionale, contemporenea all’era Isis!) e vivere, se tutto va bene, con un contratto a lungo termine. Si, ok; poi però tutto sarrebbe diventato una routine che, se tutto va bene, finirà con la pensione… E intanto nel resto del mondo? Ah va bene, continuano a scannarsi senza pace… Ma poco importa visto che io sono qui e la possibilità che mi colpiscono è relativa. Anzi, me la rido nel sapere che la volontà dei terroristi risiede nel loro tentativo di conquista, se tutto va bene, dell’intero pianeta!
Diversamente posso pregare qualsiasi divinità affinchè loro intercedano per me pace e giustizia: per carità, fammi andare a pregare affinchè tutto ciò non succeda! Almeno, se tutto va bene, avrò la coscienza pulita di aver fatto l’azione giusta.
Tuttavia, posso anche affidarmi alle tante testate giornalistiche che scrivono in merito, senza toccare con mano, vedere con gli occhi degli altri ciò che succede, interessandomi di tanto in tanto a quello che è succede (ad esempio!) in Nigeria nella strage di Boko Haram, dove è stimato il dato di sedici villaggi incendiati e duemila morti. Duemila!
Va bene, la vita va avanti e io devo cavalcare la mia onda personale. Devo scrivere sui vari social il mio pensiero, qualche mi piace, se tutto va bene, e sto bene.
Tutto ad un tratto, riaccendo la tv e non si parla che delle due ragazze: si vedono le foto delle due insieme prima, durante e dopo il rapimento, durato cinque mesi. La polemica del giorno dopo, e penso per le prossime settimane, riguarda l’esoso riscatto (12 milioni di euro!) che il governo italiano, e quindi l’Italia intera, ha pagato per liberarle. Ma come hanno osato sfidare l’Oriente, in questo clima di tensione e terrore? E quali esperienze porteranno con loro oltre al fatto che ci sono costate così tanto da poter finanziare i loro nuovi e ipotetici attentanti?
A pensarci bene però, sono state le uniche ad averci provato, senza armi e croci spirituali, per portare in prima persona questa benedetta pace. Hanno avuto la possibilità di capire cosa non va in questo paese, avere una opinione personale diversa dai giornali e politici, portare il senso di appartenenza al mondo con del semplice volontariato e, soprattutto, di averci provato fino alla fine a smuovere questa situazione alla ricerca dei valori più umani, deponendo le armi, aprendosi laicamente al dialogo, essere fautori del proprio destino a costo di rimetterci la vita. Una lezione, se tutto va bene, dalla quale trarre un futuro per cooperanti e diplomatici e per il bene tra i popoli. Tutto grazie a queste Donne.