Mare Nostrum, Triton, i sogni naufragati nel Mediterraneo
di Alga Madìa –
Ancora morti, ancora dispersi.
Altre imbarcazioni sparite nel nulla dopo essere state intercettate dalle motovedette di Triton.
Nel canale di Sicilia sono stati recuperati nei giorni scorsi alcuni immigrati che hanno raccontato di essere partiti insieme ad un gruppo di altre 100 persone.
Più di 300 probabilmente i morti nei giorni scorsi per ipotermia e queste nostre coste italiane spettatrici di morte e di sogni infranti. Quel sogno di raggiungere il benessere, quel bisogno di scappare da guerre, miseria e disperazione che un tempo si chiamava viaggio della speranza di una vita migliore e che, sempre di più, assume la connotazione di un viaggio verso la morte. Come un salto dal 5° piano per sfuggire ad un incendio che solo un miracolo potrebbe salvarti la vita.
E la disperazione di uomini, donne e bambini, paradossalmente e fatte le dovute proporzioni, è anche la disperazione degli abitanti di quelle isole siciliane, le più vicine alla terra di partenza degli immigrati che, nonostante le più rosee delle volontà, si ritrovano praticamente soli a non sapere gestire più quella emergenza che da anni ha perso il carattere della provvisorietà, in un’attesa sempre più lunga di trovare soluzioni che riportino la vita umana in primo piano, per non consentire più strumentalizzazioni politiche che dovrebbero finire il loro cammino insieme a chi le fa.
“Un orrore” dice Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, c’era da affermarlo? Certo, considerando che quelle persone sono morte per assideramento, quindi per il gran freddo e dove Triton, la nuova missione di Frontex, l’agenzia dell’Unione europea, ha preso il posto della missione “Mare Nostrum” .
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Le organizzazione umanitarie sono comunque convinte che “Triton non sia sufficiente” e girano la loro polemica su Matteo Renzi e il suo governo per aver deciso di cancellare l’operazione Mare Nostrum. Lo sono anche Cécile Kyenge, Elly Schlein e Silvia Costa, europarlamentari Pd, che commentano in una nota congiunta le morti dei profughi avvenute al largo delle coste di Lampedusa.
Dall’inizio del 2015 sono 3815 i migranti sbarcati sulle coste italiane, il 60% in più rispetto allo stesso periodo del 2014. “I numeri – spiegano Toia, Kyenge, Schlein e Costa – dimostrano che il presunto effetto pull-out di Mare Nostrum ipotizzato sia dalle autorità di Frontex che dal Viminale non c’è mai stato. Anzi, sono aumentate le vittime. Abbiamo denunciato sin dall’inizio l’inadeguatezza dell’operazione Triton, che non ha mezzi sufficienti, né un chiaro mandato di Search&Rescue, e che può spingersi solo fino a 30 miglia dalle acque territoriali italiane, contro le 172 di Mare Nostrum. Quel che è successo ne è una tragica prova. Non si risolve il problema arretrando la linea d’intervento, così l’Europa viene meno alle proprie responsabilità giuridiche e morali”.
“Il Parlamento europeo lo scorso dicembre – continuano, nella nota congiunta – ha dato un segnale forte chiedendo all’Europa un approccio globale al fenomeno migratorio. Come l’Ue, anche l’Italia, tuttavia, non può sfuggire alle proprie responsabilità. Fermare Mare Nostrum è stato un errore, un errore che miete vite umane”. (ANSA).
A noi resta un’Italia Paese delle polemiche, dei rimbalzi di responsabilità, dei sogni sfracellati di chi osa immaginare una vita diversa, quei sogni che troppe volte svaniscono davvero in fondo al mare.