Martina dal cuore grande. Storia di una pallavolista raccontata da due amici
Compagna di classe. Ci sono le foto con le sue amiche, una scrivania, il suo armadio. Sembra ancora la cameretta della tua compagna del liceo. E poi anche il suo letto: su quel letto, prima ancora di Facebook, Istagram e WhatsApp, ci siamo sedute a fare scherzi telefonici al più carino della scuola che, ovviamente, non ci degnava della sua attenzione. Dovevamo sederci perché ad un certo punto ci scappava da ridere come si ride solo a quattordici anni, quando ti diverti con pochissimo e il pensiero della morte non ti sfiora nemmeno da lontano. Oggi, su quel letto, c’era Martina, ormai più donna che ragazza. Nell’aria l’odore di tutto quello che avrebbe potuto essere e non è stato, di sogni non ancora realizzati e di un futuro tragicamente interrotto.
Compagno di squadra. L’ho conosciuta attraverso il suo amore più grande: la pallavolo. Un tempo fidanzata di un amico speciale, oggi presente nel momento del dolore, ci incontriamo sui parquet delle scuole di Latina per affrontare, da veri amatori della disciplina, altre compagini affiatate come la nostra squadra. Avevo capito che in quelle palestre si respirava l’aria di sana competizione e lealtà sportiva: l’apice dell’agonismo è in ogni schiacciata così come nella strategia della costruzione di un nuovo attacco. Si vinceva spesso grazie al gioco dell’intera squadra, ma dove tecnica e qualità sportive non arrivavano, erano proprio i sorrisi di Martina ad alleggerire il peso della sconfitta, per poi ripartire con più grinta nei successivi set. Così con Martina (Haubi, Jill, H&m, o semplicemente Marty) ho condiviso allenamenti, partite, caffè, uscite di gruppo e viaggi, portando la nostra palla anche in spiaggia dove è nata la sua fatale attrazione per il beach volley.
Qualcuno oggi diceva “poteva succedere ovunque, sul divano di casa, o mentre sorseggiava un caffè” ma resta nel cuore di tutti profonda frustrazione, perché, invece, così non si dovrebbe morire affatto. A trent’anni, con tanta strada ancora da percorrere e con la gioia di vivere che ti riempie il cuore, non si dovrebbe morire mai.