Mercoledì, 3 luglio “Vernissage con l’artista … Alberto Zecchini”
a cura di Cora Craus –
Latina. Mercoledì, 3 luglio 2024 alle ore 18:30 il vernissage con l’autore della mostra “Ignoti” di Alberto Zecchini. L’art director di MAD, Fabio D’Achille, ha iniziato l’esposizione diffusa della raccolta “IGNOTI” dell’artista modenese Alberto Zecchini al Conservatorio Respighi di Latina. L’esposizione ora si muove nella “Isola Culturale” di Mad con l’intento di conquistare quel pubblico diffuso che popola la città di Latina. Il curatore ha allestito oltre venti tele di medio e grande formato nella hall, nell’area breakfast e all’ingresso del centro benessere dello storico albergo di Latina. Il vernissage al lounge del Hotel Europa di mercoledì sarà un’occasione per conoscere meglio l’autore di Modena che sarà accompagnato da Ersilia Sarrecchia a cui dobbiamo questo generoso incontro, che esplicita una contaminazione artistico-culturale delle due città del Bel Paese. La mostra si potrà visitare fino al 15 settembre e naturalmente l’ingresso è libero.
“Ignoti”- scrive Fabio D’Achille – è il titolo della raccolta di Zecchini, una serie di tele senza volto ma non senza anima! I corpi di Alberto anelano una musica interiore e una condizione umana piuttosto introspettiva. Sembrano corpi che soffrono alcuni, altri invece corpi che cercano una loro dimensione nel mondo ma anche una socialità sfuggita alla natura umana. La poetica di Alberto è pressoché figurativa anche sé talune delle sue texture e colorazioni sfiorano i contesti dell’informalità pittorica. Più che corpi mutilati sembrano corpi che hanno perso funzioni ed emozioni ma resistono, resilienti, al decadimento sociale e umano di questa contemporaneità dove l’uomo si aliena nella tecnologia e nell’isolamento interiore. Le figure umane, siano esse maschili o femminili, hanno perso la connotazione visuale ma non quella corporea che spesso resta stregua di un’essenza vitale. Una critica ad un mondo concentrato sulla inessenzialità, sul superfluo e sulle specificità egoistiche. Ecco che ognuno di noi si spersonalizza nel vivere, perde consistenza ed emozioni basilari. Resta una speranza nella pittura di Alberto Zecchini; certo i suoi dipinti denunciano ma non si arrendono ad un declino annunciato… forse i colori caldi e a volte anche il dolore sono una scossa per cercare di riemergere dalla depressione e dalla nullità che rischiamo di rappresentare, mentre le tonalità cromatiche più fredde appaiono già resilienza allo stato puro”.
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