Il Ministero dell’Interno torna sul caso del finanziere di Sabaudia vittima dell’amianto
di Redazione –
Il Ministero dell’Interno ha chiesto alla Prefettura di Latina di integrare i rapporti nei quali risulta chiaramente l’esposizione, non occasionale, durante l’attività lavorativa di Antonio Dal Cin.
Ex finanziere ormai in congedo, Dal Cin, da oltre dieci anni combatte una duplice battaglia sia contro l’asbestosi, contratta durante lo svolgimento delle sue mansioni militari, sia contro le istituzioni che continuano a tacere il pericolo della presenza di amianto anche all’interno delle caserme della Guardia di Fianza.
Il Ministero dell’Interno, dopo una lunga battaglia legale iniziata da Dal Cin, grazie al sostegno dell’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), vuole ora conoscere anche tutti gli altri casi di esposizione all’amianto. Il caso di Antonio Dal Cin potrebbe, dunque, diventare un apripista esemplare per le cause di servizio durante l’attività lavorativa.
La lettera, inviata dal Ministero dell’Interno lo scorso 13 marzo, è il risultato di una complessa vertenza a tutela del finanziere, e risarcitoria per i suoi familiari, per il riconoscimento dello stato di vittima del dovere iniziata nel 2013.
Dopo un primo parere negativo, l’avvocato Bonanni, ha formulato osservazioni e prodotto fascicoli di documenti reiterando l’atto di costituzione in mora per ottenere il risarcimento di tutti i danni. A questo punto il Comitato di Verifica per le Cause di Servizio, per esprimersi sulla possibile riconducibilità dell’infermità di Dal Cin alle particolari condizioni ambientali od operative del servizio svolto presso la Guardia di Finanza, ha deliberato di richiedere al Servizio Assistenza ed Attività Sociali – Direzione Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato, Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno – ulteriore documentazione.
Ora la Prefettura di Latina dovrà chiedere all’Amministrazione di appartenenza dall’appuntato scelto in congedo, e quindi alla Guardia di Finanza, di integrare il rapporto utile al Comitato di Verifica.
La notizia è stata apresa con grande soddisfazione dall’ONA che ha voluto esprimere parole di ringraziamento anche nei confronti di Antonio Dal Cin per la sua forza e la sua tenacia nel portare avanti una battaglia per se stesso, ma anche a tutela di tutti gli altri militari e cittadini vittime della presenza di amianto sull’intero territorio italiano.
“La decisione del Ministero dell’Intero di recepire le nostre richieste – commenta l’avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto – è certamente un segnale importante che si avvia verso una fase, speriamo decisiva, per il riconoscimento di Antonio Dal Cin quale vittima del dovere. Il caso di Dal Cin – ricorda l’avvocato Bonanni – è stato il primo riconoscimento per asbestosi di un finanziere. Gli alti comandi hanno sempre escluso l’esposizione ad amianto dei loro uomini, ma non è così – continua il Presidente dell’ONA – perchè ci sono state decine e decine di casi di mesotelioma tra i militari della guardia di finanza”.
E’, tra l’altro, di qualche giorno fa la notizia che finalmente anche la Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 7761/2017, ha definitivamente affermato che l’ammontare dell’assegno vitalizio mensile previsto in favore delle vittime del dovere, e dei soggetti ad essi equiparati, deve essere uguale a quello dell’analogo assegno attribuibile alle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Principi, questi, fortemente sostenuti anche dall’Osservatorio Nazionale Amianto che ha costituito il Dipartimento Tutela Vittime del Dovere per Patologie Asbesto – Correlate, attraverso il quale ha sostenuto le iniziative del Comitato delle Vittime del Dovere di ONA Onlus ai fini del riconoscimento dei loro diritti di natura previdenziale, con equiparazione, quindi, alle vittime del terrorismo.
L’Osservatorio Nazionale Amianto ha assistito, e sta assistendo, decine e decine di vittime del dovere, che hanno ottenuto il riconoscimento dell’assegno vitalizio nella misura di € 258,23 (piuttosto che di € 500,00) auspicando che, finalmente, le autorità amministrative possano procedere senza la necessità di continuare le numerose azioni giudiziarie, intraprese nelle sedi di competenza.