Roma: Monica Bellucci, affascina e regala calore a questa tiepida Festa del Cinema
di Alga Madìa –
“Mi definisco italiana, anzi italianissima” risponde lei, candidamente, con quel solito sguardo accattivante, che se ce lo avessi io, avrei conquistato almeno 273 uomini. Tutti quelli che avrei voluto, anche quello dagli occhi di ghiaccio. Ecco, di lei mi ha sempre affascinato il suo sguardo che credo metta a tacere o almeno in secondo piano, la sua indiscussa perfezione fisica.
E’ disorientante davvero, Monica Bellucci, bella a cinquantun’anni esattamente come lo era a quaranta, a trenta. Uno sguardo dolce, sensuale, accattivante, che fossi stata uomo stasera sarei caduta svenuta ai suoi piedi.
La vedo lì, consapevole del suo fascino uscire dalla macchina che la accompagna sul red carpet della Festa del Cinema, avvolta in uno scintillante abito da sera nero.
“Non è vero che ho rifiutato trent’anni fa di fare uno 007 – ha detto – ma allora sarebbe stato più ovvio’‘.
Monica Bellucci, è la Bond Girl del film presentato ieri sera, ‘Ville-Marie‘ di Guy Edoin dove interpreta una famosa attrice europea degli anni ’40, Sophie Bernard, a Montreal per girare un film ma anche per incontrare quel figlio, concepito a seguito di una violenza sessuale con cui ha avuto un rapporto difficile. Quel bambino prima e ragazzo poi a cui non ha mai potuto dire il nome del padre e quel senso di colpa che si è sempre portata dentro (che l’80% di noi donne conosce bene) per non essere una madre perfetta. E lei, su quel senso di colpa di madre dice: “Siamo in una cultura giudaico-cristiana, il senso di colpa ci uccide ma ci fa anche belli, pericoloso è chi non lo prova. Importante comunque – continua – saper chiedere scusa, anche ai figli, dei nostri errori: io l’ho sempre fatto e a loro dico dovete prendere la parte migliore di vostra madre e di vostro padre, e buttare via tutto il resto, tutto quello che non vi piace”».
Sulla bellezza e sui suoi 51 anni dice: “L’unico modo per rimanere belle è lavorare sulla sostituzione della bellezza biologica, che è un regalo per cui ringraziare ma destinato a scemare, con quella interiore, di cui siamo soli artefici. Così, la vecchiaia non esiste».
Riesce sempre a stupire, anche quando dice cose scontate:”Non bisogna parlare male degli uomini ma, effettivamente sono disperati, credo siano loro ad avere più bisogno di noi”.
Se fascino vuol dire intelligenza e la bellezza tout court non è attraente, non fino a questo punto, lei incarna l’accezione migliore del termine; la sua intelligenza si è spinta negli anni, fino a saper mettere in evidenza maggiormente le sue fragilità: “Un’esposizione nelle cadute, nel dolore, quando invece sto bene nell’ombra».
Va via con la stessa leggerezza nei passi e nelle movenze con cui è arrivata. Lasciando dietro di sé un vuoto. Che dirle, brava Monique, italiana o internazionale, potremmo cominciare a essere orgogliosi del made in Italy. Tutti e tutte.