A parte il cancro tutto bene. La prevenzione raccontata da Corrado Sannucci
di Cora Craus –
Ottanta milioni di nastrini rosa distribuiti in tutto il mondo per “ottobre rosa”. Il mese dedicato alla prevenzione contro il tumore al seno. È passato, davvero tanto tempo, da quando, in Italia e nel mondo, nel 1973, la prima donna Vip, Lea Pericoli, famosissima tennista e considerata la donna più bella dello sport italiano, parlò pubblicamente del suo cancro al seno infrangendo un tabù di “omertà” che circondava la malattia, la parola stessa “cancro”, “tumore”. La dicitura più comune per nominare la malattia era “un male incurabile”.
Oggi la lotta per la prevenzione è planetaria, il nostro giornale “Esseredonna- magazine” ha dedicato un ampio spazio per illustrare le iniziative del “Nastro rosa 2015” nel territorio pontino.
Noi vi parliamo di un libro, e recensire questo libro è la nostra personale “silenziosa goccia” per incrementare il mare della speranza, della fiducia nella pratica della prevenzione. Abbiamo scelto la “voce” di un uomo per sottolineare un aspetto tutt’altro che marginale, cui troppe volte abbiamo assistito: il comportamento di compagni, mariti che “spaventati” dalla malattia delle loro compagne, anziché sostenere ed incoraggiare scappavano moralmente e fisicamente. Don Abbondio, personaggio dei Promessi sposi, usava dire: “Il coraggio, uno non se lo può dare”…ma, c’è un limite a tutto. Riteniamo, a torto o a ragione, che questi comportamenti derivino più dalla millenaria ed egoistica abitudine di affidare “la responsabilità della cura, dell’accudimento” alle donne, che dallo scarso coraggio degli uomini.
Passiamo al libro? Il cancro, questa temuta malattia del nostro secolo è la protagonista di un libro speciale: “A parte il cancro tutto bene” di Corrado Sannucci, giornalista di “La Repubblica”; una straordinaria testimonianza di lotta contro una malattia, che sebbene oggi, nessuno di noi la definisca più: “incurabile” è una malattia che richiede di attraversare deserti e montagne russe fatte di paure, di emozioni, di senso di solitudine, d’impotenza, di rabbia sentimenti che si alternano a momenti di fiducia, di speranza. La speranza e la determinazione sono, forse, i fattori personali più importanti – sembra dirci Sannucci nelle sue pagine – per aiutare la scienza a guarirci. Durante la malattia Corrado Sannucci, sul suo sito personale, presentò la prima parte del romanzo sotto forma di diario. Il suo giornale l’ha supportato mandando on-line stralci e interviste. E, proprio in una lunga intervista, su Repubblica.it, l’autore raccontava perché dopo aver vinto una così estenuante sfida “che non ammette pareggio” abbia sentito il bisogno di raccogliere in un libro la sua “avventura”.
“A parte il cancro tutto bene” (ed. Mondadori – pag. 168 – Euro 15,00) è scritto in maniera scorrevole e ritmato: capace di humour senza mai essere né consolante né falsamente epico, né auto commiserevole, se dovessimo scegliere un aggettivo, lo definiremmo “vero”: la penna, la chiarezza del cronista fa emergere la paura di morire, paura che traspare in maniera quasi tattile, soffocante; ma dove, rigo dopo rigo, si trasforma, sotto i nostri occhi, in un folle entusiasmo, in una incoercibile voglia di vivere. “…Un poco pizzica la puntura sull’anca. Il primo fastidio percepito in una storia che finora è stata del tutto muta e nascosta. “Lei intende niente chemio ma omeopatia o somatostatina o gita a Lourdes o guaritori con la dieta?” chiedo. “Le opzioni legittime di altri pazienti” commenta il primario in modo molto politically correct. “No, resto qui. E voglio aghi nelle vene appena possibile. La autorizzo a ferirmi, a entrarmi nel corpo in ogni momento e modo lei ritenga necessario, a invadermi con sostanze chimiche o strumenti nelle dosi più potenti che la terapia richiede, con le ferite più profonde che le analisi impongono. Nulla mi dev’essere risparmiato. Mi tormenti, mi sgretoli, mi frantumi. Raccolga di me il siero, l’osso, il sangue. Mi nutra delle più devastanti molecole che la scienza abbia inventato. Io voglio dentro di me queste molecole e ho fiducia in questa scienza. Ma questa battaglia devo vincerla”. Corrado Saccucci ha voluto lasciarci, con il suo “diario”, un monito ed una certezza: La scienza vincerà questa malattia ed altre malattie, vincerà battaglie su battaglie ma ha bisogno della nostra collaborazione, del nostro laico o religioso credere nella forza della prevenzione e della cura.