PLX4720 – oltre la chemioterapia
di Arianna Salpietro –
Mentre noi viviamo, combattiamo e spesso guariamo anche dai mali più insidiosi, la medicina non si ferma, va sempre avanti, e quando riesce a dare notizie come questa sicuramente ci sentiamo tutti più sollevati; andare oltre la chemioterapia antineoplastica.
Gli scienziati italiani dell’Istituto di Candiolo di Torino hanno scoperto il PLX4720, il nuovo farmaco sperimentale che colpisce solo le cellule tumorali e non tutte le cellule dell’organismo indistintamente, come fa la chemioterapia, ossia intaccando anche le cellule sane. Chiaramente, come tutti pù o meno sappiamo, di questo ne risente conseguentemente tutto il corpo, ma anche la mente, che divente sempre più vulnerabile ad attacchi ed aggressioni esterne.
Grazie alla determinazione di questi scienziati italiani, va detto sempre con orgoglio, il PLX4720 ne è la dimostrazione che il farmaco potrebbe rivoluzionare le cure contro una delle peggiori malattie che affliggono il mondo. Al comando della squadra di ricercatori italiani, il direttore del laboratorio di Genetica Molecolare, Alberto Bardelli e il Direttore Scientifico della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro, Federico Bussolino.
Hanno sperimentato il PLX472O che oltre a colpire esclusivamente le cellule tumorali, riesce a frenare la riproduzione di altre cellule cancerogene. Il farmaco potrebbe sia inibire l’attività delle cellule tumorali, soprattutto del carcinoma, sia bloccare l’angiogenesi, ossia lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni che permettono al tumore di nutrirsi e che provocano danni al tessuto circostante.
I medici responsabili hanno studiato il ruolo dell’oncogene BRAFV600E nel tumore e analizzato l’effetto dell’inibitore dell’angiogenesi tumorale PLX4720 attraverso xenotrapianti tumorali, l’impianto di cellule tumorali umane su modelli animali.
La presenza della mutazione BRAFV600E nel genoma delle cellule epiteliali umane ha scatenato la risposta angiogenica, ossia la crescita di nuovi vasi sanguigni.
Ma con l’utilizzo dell’inibitore PLX4720, nelle cellule tumorali che ospitano l’oncogenico BRAF si è osservata una modifica profonda della rete vascolare che ha migliorato la situazione del tessuto circostante, riducendo il fenomeno dell’ipossia. L’ipossia è la mancanza di nutrimento di un tessuto che favorisce lo sviluppo tumorale e la nascita di metastasi.
C’è da dire che molti sono anche coloro che ricorrono a pratiche di medicina complementare ed alternativa, ad esempio ad integratori erboristici e alimentari, all’agopuntura, addirittura a massaggi e/o allo yoga che non sono chiaramente considerati appartenenti alla medicina convenzionale. Sta inoltre prendendo piede il concetto di medicina oncologica integrata, ovvero la combinazione di terapie convenzionali ed alternative: l’uso combinato di sostanze naturali insieme alla chemioterapia può significare una soluzione ottimale.
Ora non volendo discutere i vantaggi economici, i tornaconti del tutto personali che spesso non fanno attenzione alla cura della malattia, a discapito del paziente e con l’esclusivo ritorno economico, fino, come la cronaca racconta, ad influenzare la vendita di farmaci non del tutto efficaci. Così, il cancro ha la possibilità di ripresentarsi, portando ancora angoscia al paziente e alla sua famiglia.
Non una illusione, ma forse una promessa di curare davvero il cancro.
Secondo Bardelli e Bussolino la ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of National Accademy of Science, un altro passo nella lotta contro il cancro, necessita di studiare e colpire le vie di comunicazione tra la cellula tumorale e il micro ambiente che la circonda.
Al contrario la chemioterapia si basa sul principio che le cellule tumorali si riproducono molto più rapidamente di quelle normali, le sostanze utilizzate per questi trattamenti interferiscono con i meccanismi legati alla replicazione delle cellule, uccidendole durante questo processo (azione citotossica). L’effetto della chemioterapia, quindi, si fa sentire soprattutto sui tumori che crescono velocemente, ma anche su alcuni tipi di cellule sane soggette a rapida replicazione (come le cellule dei bulbi piliferi, del sangue e quelle che rivestono le mucose dell’apparato digerente). Si spiegano così i più comuni effetti collaterali di questi trattamenti (perdita di capelli, anemia e calo delle difese immunitarie, vomito, diarrea e infiammazione o infezione della bocca).
A volte queste conseguenze preoccupano più della malattia stessa. È importante il sostegno di chi ci è accanto e di Associazioni o Movimenti solidali che garantiscono la più completa assistenza anche psicologica.
“Il cancro è un bullo biologico. Sempre a provocare e ti segue di nascosto. Aspetterà finché il corpo non si sentirà al sicuro, finché non si sentirà sano e forte. È qui che il tumore si metterà in azione e diventerà sempre più grande. Il corpo non lo prevede mai, perché il cancro è un mago nelle sorprese”.
Questa non è un magia, certo il PLX4720 è una cura ancora sperimentale per una malattia a volte subdola, che ti insegue e non ti lascia, senza limiti di età, infima e spesso mortale.
E questa potrebbe essere la volta buona per sconfiggerla radicalmente. Senza pietà, proprio come ci ha abituato il cancro.