Presentato dall’ Anpi di Sezze il libro “Un monumento alto fino al cielo” di Dario Petti.
A cura di Cora Craus –
Sabato, 25 maggio alle ore 18 presso il Centro sociale Calabresi in via Guglielmo Marconi a Sezze. Nuova presentazione del libro di Dario Petti “Un monumento alto fino al cielo. La Federazione del Pci di Latina dall’ “indimenticabile 1956” al IX congresso nazionale del 1960” edito da Atlantide editore. Dopo la prima presentazione nel capoluogo il saggio farà ora tappa a Sezze, la “capitale” del Pci pontino, in un evento curato dalla locale sezione dell’Anpi. L’autore sarà affiancato dall’on. Lelio Grassucci, setino, già deputato comunista e segretario provinciale della Federazione del Pci negli anni Settanta e dal prof. Giancarlo Loffarelli, moderatore dell’incontro, presidente della sezione Anpi e docente di storia e filosofia presso il liceo “Pacifici e De Magistris” di Sezze.
“L’intento della nuova ricerca di Petti – si legge in una nota – è “approfondire come i fatti del 1956, le denunce di Krusciov contro Stalin, l’invasione d’Ungheria, l’VIII congresso del Pci, e gli anni immediatamente successivi fino al IX congresso del 1960, si riverberarono nella Federazione comunista di Latina. Se vi furono abbandoni, cedimenti elettorali, resistenze verso la togliattiana “via italiana al socialismo” e come queste vennero superate, in che modo si innescò un mutamento politico-culturale in una Federazione che Pietro Ingrao, membro del Comitato federale dal ’53 al ’60, definiva affetta ‘da diffuso settarismo’ “. Dunque al centro della narrazione quello che proprio Pietro Ingrao, originario di Lenola da sempre amato punto di riferimento per i militanti pontini, definì come “l’indimenticabile ‘56” con le sue pesanti ripercussioni nel campo comunista. Tutto ciò analizzato nella particolare provincia creata dal fascismo, dove nel novembre del ’56 gli studenti per protesta contro l’invasione sovietica in Ungheria tentarono di assaltare la Federazione comunista pontina sita nel capoluogo in via Malta accanto alla Prefettura, tentativo scongiurato dall’intervento della celere. Il titolo del libro è ispirato dalle parole di un contadino comunista dei Monti Lepini che di fronte alle accuse di Krusciov contro Stalin scrisse una lettera in difesa quest’ultimo cui bisognava semmai dedicare “un monumento alto fino al cielo” dando il via ad un appassionato dibattito tra i comunisti pontini come nel resto d’Italia”.
L’autore nella sua ricostruzione si è avvalso della documentazione dell’Archivio della Federazione del Pci di Latina presso l’Archivio di Stato di Latina, dove ha potuto consultare anche i fondi della Prefettura, e delle carte inerenti la Federazione pontina conservate presso la Fondazione Gramsci a Roma”. Proprio di Sezze era l’allora giovane segretario provinciale comunista Mario Berti, trai protagonisti del libro. Che ebbe il difficile compito di traghettare il partito in una delle sue fasi storiche più tempestose, quindi numerosi saranno gli spunti anche per parlare della ex “roccaforte” rossa dei Lepini.
Chi è l’autore Dario Petti?
Dario Petti, classe ’73, laureato in Sociologia e in Scienze della Storia e del Documento, pubblicista ed editore, da molti anni si occupa di ricerca storico politica del territorio pontino, uno dei suoi lavori “La Palude Rossa” dedicato al primo sindaco socialista di Sezze, Temistocle Velletri, vinse nel 2014 il Premio Fiuggi Storia Lazio meridionale.