Proroga dei contratti al 2018, i precari della ASL non ci stanno:”Una bugia della Regione Lazio”.
di redazione –
Dai corridoi dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina trapela il malcontento che la paventata proroga dei contratti fino al 2018 sia tanto un’operazione priva di soluzioni concrete da parte della Regione Lazio. Al vaglio la possibilità di costituire un “Comitato Precari”.
Ma andiamo con ordine, tra le persone che stanno costituendo il comitato il problema è chiaro: i precari possono essere virtualmente divisi in due gruppi sulla base delle due norme che ne regolano le modalità di stabilizzazione: quelli con anzianità di servizio al 30 Ottobre 2013 di 3 anni anche non continuativi nei 5 precedenti, e quelli che al momento del bando del concorso avranno maturato 3 anni di anzianità negli ultimi 5 (anche non continuativa e anche con contratti atipici).
Il primo gruppo, sono i cosiddetti ex DPCM (dove DPCM sta per Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana), individuati dal Decreto che in data 06 Marzo 2015 dettava le procedure concorsuali per l’assunzione di personale precario del comparto sanità, stabilendo una stabilizzazione con procedura selettiva riservata. Per questa categoria di lavoratori era stato già previsto a fine 2015 il rinnovo contrattuale fino al 31 Dicembre 2018, non prorogabile ulteriormente perché tale tempistica sarebbe servita a consentirne la stabilizzazione.
Per quanto concerne il secondo gruppo invece, la Legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità per l’anno 2016) relativamente alla stabilizzazione del personale precario prevedeva, in deroga a quanto previsto dal DPCM 6 Marzo 2015, una stabilizzazione attraverso un concorso con riserva dei posti del 50% a chi rientrasse in questa categoria. Pertanto era prevista una proroga contrattuale fino al 31 Dicembre 2016, in quanto nel 2017 sarebbero opportunamente stati banditi quei tanto agognati concorsi ai quali i lavoratori individuati dalla legge 208 avrebbero potuto partecipare.
Sebbene questi criteri siano ribaditi nella Delibera del Commissario ad Acta (DCA) del 23 Dicembre 2016, la stessa appare incompleta e al tempo stesso illegittima. Primo perché non prevede concorsi con riserva dei posti al 50% come da Legge 208/2015; secondo perchè per gli ex DPCM ha previsto un numero esiguo di personale, escludendo completamente diverse discipline e figure professionali.
Questa è la condotta condannata fortemente dai cosiddetti precari, in quanto l’ASL di Latina, contrariamente a quanto è stato comunicato alla stampa attraverso note ufficiali o ufficiose in questi giorni, aveva già provveduto a prorogare il contratto a una parte dei precari fino al 31 Dicembre 2016, e ai restanti (ex DPCM) fino al 31 Dicembre 2018. Ma tale proroga sarebbe stata concessa solo per permettere l’espletamento delle procedure di stabilizzazione, disattese invece dal DCA del 23 Dicembre, e invece oggi viene fatta passare come soluzione.
“Suona quasi come abuso dello strumento di proroga – sostengono in molti rappresentanti delle categorie chiamate in causa-, in quanto proroga centinaia di precari a tempo determinato ma al tempo stesso si adopera per stabilizzarne pochissimi, i quali tra l’altro, hanno posto affidamento verso l’Azienda e verso il buon esito di una stabilizzazione prevista per Legge”.
Paradossalmente nel 2015 la Regione aveva chiesto (con DCA 154 del 12/05/2016) a tutte le Aziende Sanitarie il numero totale dei soggetti in possesso dei requisiti per accedere alla stabilizzazione e alla fine dello stesso anno aveva dichiarato di aver bisogno solo di alcune figure professionali, escludendo di fatto una parte di quelle già prorogate a fine 2018. E a questo punto sa di beffa la nota diramata dalla Regione stessa in cui si garantisce l’adozione di misure necessarie a garantire livelli essenziali di assistenza. La cosa più sensata a questo punto sembrerebbe cambiare il DCA del 23 Dicembre, anche perché per sua natura la “stabilizzazione” è un evento eccezionale, che una volta espletato, non è detto che si ripeta nell’immediato. Ma evidentemente in Regione si preferisce temporeggiare affidandosi ai comunicati stampa piuttosto che adoperarsi per produrre soluzioni concrete a garanzia di oltre 600 precari nella sola sanità Pontina.