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Una voglia irresistibile, irrefrenabile. Perché dovremmo tutti sapere cos’è la Lìtost.

di Ilena Ilardo –

“[…] La donna che amiamo non dovrebbe nuotare più velocemente di noi, né dovrebbe avere un passato che appartiene solo a lei al quale possa pensare provando gioia. Ma quando l’illusione di pura parità svanisce (la ragazza si guarda indietro felicemente o voi nuotate più lentamente di lei), il vostro amore diventa una fonte permanente dell’infinito tormento che noi chiamiamo lìtost.”

― Milan Kundera, Il libro del riso e dell’oblio

 

Sono convinta che alla base della distruzione di ogni rapporto umano ci sia una cosa chiamata lìtost.

E’ una parola ceca che è intraducibile in italiano; non esiste, un po’ come la taskà russa, ma a differenza delle altre questa parola è di fondamentale comprensione dell’intimo animo umano, del suo essenziale più genuino, del comportamento dei grandi e dei bimbi, degli amici e degli amanti, genitori e figli, insegnanti e discepoli.

Kundera, un tipo che ha scritto un libro bello molto conosciuto (‘L’insostenibile leggerezza dell’essere”) e uno bellissimo conosciuto un po’ meno, “Il libro del riso e dell’oblio”, dice che non capisce come fanno le persone a vivere senza la nozione di questo termine.

Orwell ci insegna che se elimini una parola facilmente nel tempo inizierà ad estinguersi anche il suo stesso significato, per la stupida natura umana che vede solo quello che riesce a dire, e viceversa.

Se uno riesce ad interiorizzare la lìtost, a farla sua, inizierà a vedersi dentro in maniera diversa.

Sei con la tua donna, a letto, uno di voi due vuole far sesso e non è sicuro che l’altro voglia. Tentenni, un po’, ma alla fine ci provi. Ti aspetti una determinata reazione che non arriva, o comunque non corrisponde alle tue aspettative, magari uno sguardo freddo, magari sospira e si concede senza passione. Invece di dirglielo e arrabbiarti o di lasciar perdere, ti metti a litigare astiosamente per qualcosa di completamente diverso, che non c’entra nulla. Stai peggiorando la tua situazione, se lo scopo era quello di fare sesso, lo sai, ma nella tua mente così la stai punendo.

Nel tuo corpo si è accumulata una grande dose di lìtost. Ripensi a tutte le volte che ti hanno rifiutato, al foruncolo sulla chiappa destra magari, a tutte le volte che ti sei guardato allo specchio e ti sei sentito repellente, a quella volta al liceo quando la tipa che ti piaceva ti ha fatto una battutaccia davanti a tutta la classe, e senti un inspiegabile desiderio di vendicarti su quella persona lì, davanti a te, pur sapendo che non è lei la colpevole.

E’ una voglia irresistibile e irrefrenabile, dalle viscere, dalle budella. E’ lìtost. “Lo stato di tormento creato dall’improvvisa realizzazione della propria miseria.”

Se imparate a riconoscerla, vedrete che in molti dei vostri gesti quotidiani c’è lìtost, perché fa parte dei più intimi meccanismi di autodifesa umani. Tutti i rapporti si basano su dislivelli, c’è chi è più forte o più bravo e chi più debole, inetto. E’ una questione di forza percepita a livello animale, non razionale. E quando succede che questa discrepanza viene messa in mostra, in quel momento nasce lìtost.

Sembra che il cuore si stia mangiando da solo, che voglia spingersi a forza fuori dalla gola e rivendicare la sua dignità e vomitare rancoroso tutta la sua pochezza.

L’unico modo per sfogarla è vendicarsi su qualcun’altro, solitamente in modo così primitivo e infantile da riuscire solo ad aumentare la dose già abbondante che si rimescola in voi.

Sapete, esiste un solo rimedio alla lìtost, o almeno, un unico presupposto per non farla apparire, a mio parere. E’ l’amore vero, senza cenno di sentimentalismi qui.

L’amore vero si conosce, si ama nell’intimo, senza rivalità, senza giochi di forza. Esalta il positivo senza evidenziare il negativo, non perché non ci sia, ma perché non ne ha bisogno.

L’amore vero, andando a stringere, è pura, naturale, parità. Nient’altro.

La prossima volta che non ve la danno, ricordatevelo.

 

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