Salute ed informazione. Prof. Marco Sacchi, direttore UOC del Polo Oncologico Nord di Latina: “Facilitare l’accesso alle procedure diagnostiche per le patologie colorettali”
A cura di Cora Craus –
Venerdì, 23 novembre si terrà, presso l’aula della Palazzina Direzionale dell’Ospedale S.M. Goretti di Latina, l’Incontro sul Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), sul Cancro del Colon-Retto. Riportiamo un’intervista del dott. Marco Sacchi Direttore della Unità Operativa Complessa (UOC)di Chirurgia Generale del Polo Oncologico Nord di Latina.
Dott. Marco Sacchi andiamo subito al cuore del problema: a Latina ci sono le competenze e la strumentazione per configurare un trattamento di eccellenza, non solo dal punto di vista qualitativo, ma anche di sicurezza?
“Il Goretti come tutti i grandi ospedali, disponendo della Terapia Intensiva, la Cardiologia, l’Unità Coronarica è in grado di fronteggiare tutti gli aspetti di qualità e sicurezza connessi con la cura del Cancro colorettale. Inoltre aspetto fondamentale per la cura è la multidisciplinarità garantita dalla presenza nella struttura ospedaliera della Oncologia, Radioterapia, Chirurgia, Radiologia ad alta tecnologia, Radiologia Interventistica, Medicina Nucleare, Cardiologia, Emodinamica, Endoscopia.
Sono garantiti inoltre rapporti con importanti istituzioni che forniscono prestazioni quali l’ecoendoscopia come se fossero presenti in Ospedale con tempestività. Per quanto riguarda la chirurgia è presente il laparoscopio con tecnologia avanzata per i coloranti vitali verde indocianina e progressivamente tutti i componenti dell’equipe si formano ed aggiornano continuamente sul campo in importanti centri di rilevanza Nazionale ed Internazionali”.
Quali sono i problemi del reclutamento dei cancri colo-rettali nella ASL di Latina?
“L’analisi della casistica ha fatto rilevare circa il 60% dei casi operati al Goretti provenienti da un ricovero urgente, obiettivo auspicabile è quello di invertire questa tendenza. I mezzi per ottenere questo miglioramento sono promuovere l’adesione allo screening ed interessare territorio e medici di famiglia, coinvolgendoli fattivamente, nei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziale che sono oggetto di questo Convegno”.
Come superare o, perlomeno, come migliorare il “reclutamento” dei pazienti colpiti dal cancro del colon-retto?
“Come abbiamo già detto migliorare l’osmosi fra territorio ed ospedale attraverso un’opera cognitiva per esempio la stampa di opuscoli con i sintomi più importanti che devono mettere in allarme per una patologia colorettale. Facilitare al medico di famiglia l’accesso alle procedure diagnostiche e l’accesso ai PDTA ospedalieri”.
Quale è qualitativamente la composizione della casistica del S.M. Goretti?
Come abbiamo precisato l’alta componente proveniente da ricovero urgente mal si adatta ad una casistica selezionata. Componente importante è costituita dall’alta incidenza di comorbilità e dall’età avanzata, ma questo è un problema connesso allo stato della salute pubblica ed ai progressi che hanno portato l’Italia ai primi posti mondiali per quanto riguarda la longevità”.
Dott. Sacchi oltre ad una prevenzione costante e responsabile, qual è lo strumento più adatto per affrontare il tumore al colon?
“Affidarsi a grandi Ospedali, con tecnologia, completezza di Unità Operative, Expertise e Multidisciplinarità”