Sandro Pertini, Presidente della Repubblica e Medaglia d’Oro al Valor Militare
di Cora Craus –
“…Ascoltami, mamma buona, e perdona, se queste mie parole ti fanno piangere. Tu sola, che del mio animo conosci le pene, gli entusiasmi e i sogni più puri, puoi comprendermi. Dimmi che vale vivere così inutilmente, costretti ad una inazione, che è il nostro maggior tormento?”
E’ il brano di una lettera, riportato dal libro di Annibale Folchi “La persecuzione politica a Littoria”, che Alessandro Pertini scrisse alla madre dal confino di Ventotene. Sandro Pertini, (si è presentato e fatto conoscere sempre con questo nome) è stato una delle personalità politiche più popolari e amate da tutti. Il suo legame con la nostra terra ebbe, purtroppo, motivi tutt’altro che d’affezione. Fu, infatti, un confinato politico, nell’isola di Ventotene, durante l’epoca fascista.
Leggendo la sua biografia, tra i tanti avvenimenti, ci ha colpito il suo netto e ripetuto rifiuto a chiedere la grazia. Un comportamento che mette in luce la sua coerenza e la sua fermezza, caratteristiche che non vennero meno neanche di fronte alla supplica della madre, che lo implorava di chiedere la grazia al “Tribunale speciale per la difesa dello Stato”. Quello che, molti anni dopo, in una popolare canzone di Toto Cotugno, sarebbe stato definito “un partigiano come presidente”, ribadì il suo rifiuto a chiedere la grazia, anche quando la domanda di grazia, a sua insaputa, fu firmata dalla madre.
La sua biografia, o per meglio dire in alcune sue versioni, – a tratti – ci hanno ricordato un po’ quelle storie di cappa e spada tanto care a Dumas: il frenetico susseguirsi di eventi e avvenimenti, colpi di scena a volte davvero rocamboleschi, come ad esempio la fuga dal carcere insieme a Giuseppe Saragat, la tenacia nel perseguire gli obiettivi ed un coraggio così palese, guascone.
Tutta la vita di Sandro Pertini, “il tubercolotico socialista di Stella”, fu permeata da due precipue sfaccettature del suo carattere: coerenza e coraggio. La coerenza lo spinse a seguire i suoi ideali politici fino alle estreme conseguenze. Ed il coraggio, di cui diede prova nella lotta armata, lo rese degno della Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Sandro Pertini, durante il suo mandato di Presidente della Repubblica, volle visitare Latina, l’antica Littoria, e, a chi gli ricordò che proprio dalla prefettura di questa città era partito l’ordine di confino nei suoi confronti dichiarò: “…sono felice di questa visita. Gli anni di confino sono stati anni duri ed ingiusti ma hanno contribuito a formare il mio carattere”. E di questo “carattere” si favoleggiava già nella redazione dell’”Avanti” giornale di cui fu, a più riprese, direttore dal ‘45 al ’52.