Tomosintesi: impulso alla prevenzione
di Cora Craus –
In via Cesare Battisti, dove ha sede l’Asl di Latina, per tutti noi, per la nostra salute da settembre ci sarà una speranza in più. Una speranza che risponde al nome di Tomosintesi mammaria. Con questa nuova potenzialità Latina, insieme a Verona e Trento entra a far parte del progetto Storm (acronimo di Screening Tomosintesis or Standard Mammografhy). I macchinari per la tomosintesi in tutto il Lazio sono tre, due dei quali ubicati a Roma.
Parliamo di un macchinario di ultima generazione che permette di eseguire oltre alla mammografia classica anche la tomosintesi, un esame tridimensionale capace di diagnosticare in maniera precoce i tumori al seno; anche quelli di piccolissime dimensioni che fino ad oggi non potevano essere rilevati. È noto a tutti ormai quanto sia importante il fattore tempo, la diagnosi precoce per vincere la battaglia contro una malattia il cancro al seno che colpisce il 27% delle donne. Nell’ultimo anno nella nostra provincia si sono registrati 360 nuovi casi di tumori al seno, quasi uno al giorno.
In un momento di sfiducia quasi totale verso la cosa pubblica vorremmo ricordare che insieme al macchinario, a Latina, vi sono anche nuovi tecnici, sei per la precisione, specializzati per l’utilizzo della tomosintesi. Perché puntualizziamo un aspetto “quasi ovvio”? Nuovi macchinari, nuovi tecnici specializzati per il loro utilizzo. Semplicemente perché non sono affatto così lontani i tempi in cui all’ospedale provinciale di Latina, il Goretti, giungevano nuove e moderne attrezzature e finivano negli scantinati per mancanza di tecnici specializzati ad hoc.
La Tomosintesi è un importante e innovativo passo avanti, ha sottolineato la dottoressa Paola Bellardini, instancabile e battagliera coordinatrice del settore screening dell’azienda sanitaria nazionale di Latina.
Lo screening è un’importante prassi scientifica a cui dobbiamo la capacità di un’efficace prevenzione e ciò è particolarmente evidente per quanto riguarda i tumori. D’altronde, “Prevenire è meglio che curare”, lo affermava già nel XVI sec. Erasmo Da Rotterdam. Qualche secolo dopo, oggi, lo stesso principio è ribadito con convinzione dal filosofo libanese e matematico finanziario Nassim Nicholas Taleb che scrive: “Tutti sanno che è più necessaria la prevenzione della cura, ma pochi premiano gli atti di prevenzione”.
Noi crediamo che se abbiamo smesso di pronunciare una locuzione quale “male incurabile” lo si deve, certo alla ricerca, ma anche all’incessante lavoro di sensibilizzazione che si fa verso la popolazione, alla capacità di organizzare un capillare screening sul territorio. E a Latina questa è una realtà concreta che funziona.