“Valdesi a Colleferro – Storia di una singolare chiesa valdese del basso Lazio” di Sandro Magnosi
Di Cora Craus –
La forza, la tenacia, la lotta, la fede delle donne travalica la loro stessa esistenza terrena, sono le prime parole che abbiamo sentito risuonare in noi fin dalle prime pagine del saggio “Valdesi a Colleferro – Storia di una singolare chiesa valdese del basso Lazio” (ed. Atlantide – pag. 180 – € 15) di Sandro Magnosi, anche se non saranno le figure femminili ad occupare in maniera preponderante le pagine del libro
Andiamo con ordine, nel saggio di Magnosi, documentarista al Senato della Repubblica presso diverse Commissioni parlamentari e due laure all’attivo: Lettere Moderne e Storia Moderna e Contemporanea ambedue conseguite all’università la “Sapienza” di Roma, tutto inizia con la morte di parto di Sila Amicarelli Passera di fede valdese e figlia di un predicatore valdese.
Alla tragedia della morte, era una mamma di sei bambini, si aggiunse il divieto da parte del parroco cattolico di celebrare il funerale e la sepoltura all’interno del cimitero perché considerata terra santa quindi non adatta ad accogliere una cristiana eretica, una protestante valdese. Non siamo nel medioevo ma nel 1947 le Madri e i Padri Costituenti hanno già scritto la nostra Costituzione. Sarà proprio la carta costituzionale protagonista di alcune bellissime pagine del libro, sarà “l’arma potente e pacifica” usata dai Pastori Valdesi contro i soprusi, la negazione dei diritti dettati a volte da una crassa ignoranza a volte da una lapalissiana malafede.
Una bella e apprezzabile narrazione attenta, oltre, ai dati storici anche all’emozioni collettive a cogliere quel particolare momento dell’anima mundi, caratteristiche che conquistano il lettore. Il libro si rivela una lettura importante, impegnativa, valida: un libro storico nel senso più veritiero e completo del termine arricchito dalle tante note a piè di pagina e da un notevole valore documentaristico dell’appendice.
Torniamo alla sepoltura di Sila e al dolore della sua famiglia: dove non trovò posto la pietà cristiana emerse forte e solida la fede politica, il sindaco del paese era comunista come il marito di Sila e riuscì ad ottenere una rispettosa sepoltura per la donna cui tutti i compagni, sfidando le autorità costituite, trovarono il coraggio di partecipare. L’orazione funebre fu tenuta da un giovanissimo studente di Teologia della Chiesa Valdese di Roma. Un orazione che conquistò la totalità dei presenti e fu l’inizio della Comunità Valdese di Colleferro fino ad allora costituita solo dalla famiglia di Sila.
Nelle pagine del libro si srotola un pezzo importante della nostra storia contemporanea. Appaiono particolarmente condivisibili e preziose le riflessioni dell’autore sul valore della Storia. “Sono convinto che la conoscenza del passato può acquisire maggiore profondità se si pone una particolare attenzione all’analisi di realtà locali determinate, alle relazioni fra i vari attori che ne furono protagonisti. Per questa via, ad esempio, vicende e fenomeni che la storia generale descrive in maniera astratta (nel nostro caso l’insieme delle problematiche connesse all’Italia del dopoguerra) vengono esaminate al loro interno attraverso la vicenda di singole persone di un preciso territorio che ne facevano parte”