Pina Sorrentino: “Come Alice nel Paese delle Meraviglie, inizio le mie attività senza sapere cosa c’è dietro la serratura”
di Marina Bassano –
Più che in un negozio sembra di entrare in una casa, una casa piena di vestiti, di oggetti messi al posto giusto, che ti fanno guardare e riguardare intorno. Questa è l’impressione che si ha entrando da Idea, di Pina Sorrentino.
“Idea nasce dal desiderio di rimettermi in pista dopo aver venduto la profumeria Batia, aperta nel ’72, per esplorare altri settori. Il commercio o si ama o non si fa, e io che appartengo al primo settore, ho sentito un grande vuoto dentro, mi mancava il rapporto con le persone, con le cose, da guardare, da cercare e da trovare. Dopo 8 mesi dalla vendita, ho riaperto Idea, con l’intenzione di fondo di divertirmi, di fare bene commercio, di vendere ciò che mi piaceva, senza stare troppo a badare agli schemi, in libertà”.
Tutto ciò di cui è pieno il negozio restituisce questa idea di libertà, di piena espressione e di creatività che Pina mette nelle sue attività:
“Per la merce c’è alla base una ricerca personalissima, che costituisce la parte creativa e più gratificante del mio lavoro; ogni oggetto che c’è qui dentro nasce dall’attenzione al dettaglio, dalla ricerca fatta con amore pensando principalmente al gusto.
In tutti questi anni il modo di interpretare la mia attività è rimasto sempre lo stesso, prima con la profumeria, con la quale avevo messo in pratica il piacere di dedicarmi alla gente tramite il lavoro, arrivando a instaurare con la clientela un rapporto di amicizia, e offrendo la possibilità di affidarsi con serenità. Ho sempre dato loro quello che era il mio vero e puro punto di vista, al di là di logiche di mercato e di impresa, e questo aspetto lo porto con me nell’esperienza di Idea”.
“Tra tutte le cose che tratto sicuramente la parte dell’oggettistica è quella verso la quale investo maggiore piacere, data la sua natura strettamente singolare, abbinata alle personalità. Capita spesso che le persone vengano qui per fare regali, e in quel caso bisogna entrare nella testa dell’altro, capire quali potrebbero essere i gusti. C’è uno sforzo maggiore, non è solo far provare degli abiti; l’abito è un fatto di gusto, lo si cerca e o lo si trova o no. Per l’oggetto la scelta parte molto dal suggerimento, dal consiglio, dal collegamento dei vari interessi, dall’approfondimento delle personalità che hai davanti, cercando di conciliare il carattere con la tendenza”.
In questa costante attenzione verso l’oggettistica e nell’arredo non convenzionale e ricercato, Spazio Idea non poteva che rappresentare una naturale continuazione di Idea, un prolungamento di quanto accennato già con ottimi risultati in Idea per la componente arredo:
“L’arredo di Idea è un po’ il precursore di quello che abbiamo di là in Spazio Idea; avendo già concepito questo ambiente in modo non convenzionale e non tradizionale, i pezzi di arredamento usati sono diventati di interesse, perciò l’arredo ha cominciato ad essere pensato in modo che potesse essere anche venduto. L’occasione di aprire Spazio si è creata per caso, e ho potuto esprimermi al meglio, creando con Idea un’area al femminile e con Spazio Idea una per la casa.
Spazio Idea nasce dal mio volermi collegare al mondo dell’arte, un mondo che ho sempre vissuto da vicino perché semplicemente mi piace; non l’ho frequentato da esperta ma da persona che segue molto il suo istinto. Mi sono perciò affidata a chi come Lydia (Scalzi) che ha studiato questo mondo, che mi ha permesso di spaziare a 360 gradi e di non proporre le solite cose che si vedono in giro, consentendomi di dare spazio a una cosa che sentivo già mia, che avevo coltivato con un progetto precedente, Aspasia, un’esperienza bellissima. Aspasia voleva costituire un punto di riferimento sotto il profilo culturale dell’incontro, volendo trasmettere il senso dell’appartenenza tramite la proposta incontri che mirano ad aggregare le persone che vivono in una stessa comunità.
In questa come nelle altre esperienze, mi sono sentita un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie, senza mai sapere cosa c’era dietro il buco della serratura, sempre correndo dei rischi. Ed è così che ho intrapreso l’avventura di Aspasia, ristrutturando una casa di fondazione appartenente a una socia fondatrice del club Soroptimist del quale faccio parte, e avendo l’onore di ospitare per i 4 anni di vita di Aspasia, mostre, spettacoli, film, cene a tema; 4 anni di un intenso vissuto che hanno voluto significare un parlare comune.
Tornando a Spazio Idea, l’intenzione era perciò di riportare, seppur in piccolo, quanto di bello già sperimentato, collegandomi con le mostre, con gli allestimenti e le installazioni, al mondo dell’arte: in programma infatti ci sono esposizioni di gioielli, di scultori, di pittori”.
Nel contesto di un centro storico ripianificato di recente, con il dibattito intorno alla ZTL che sta proliferando negli ultimi tempi, non possiamo prescindere da una domanda che contempli la tematica:
“Sono favorevole ai cambiamenti ma non a quelli fatti a caso, ritengo che in tutto ci debba essere una programmazione, che dovrebbe tendere verso il meglio e non al peggio. Allo stato attuale ci sono dei disagi e non parlo solo del commerciante in quanto tale, ma in quanto colui che vive una qualità della vita che non corrisponde a quella che pensavano di dare. La ZTL in sé va bene, ma non fatta in questo modo, chiudendo solo un pezzo, con deviazioni di viabilità sbagliate; se avessero chiuso interamente da Palazzo M a tutto il centro, riempiendo gli spazi di contenuti, e collegandolo a dei parcheggi, allora vivere il centro in questo modo sarebbe diventato un piacere. Le innovazioni sono le benvenute, non si può restare statici, ma nelle innovazioni ci vuole la logica ed è necessario conoscere la gente e i suoi bisogni”.
Pina da tanti anni è membro attivo del Club femminile Soroptimist, da donna imprenditrice della sua attività le chiediamo un’opinione sulla condizione lavorativa delle donne in questi tempi:
“Sulla donna c’è ancora molto da fare: ha conquistato i suoi ampi spazi, conservando però anche le sue enormi responsabilità di madre, di moglie, di figlia. Non vive un momento facile, lo vedo dalle nuove generazioni che vengono in negozio, non solo come commerciante, ma come persona a contatto con delle altre donne. Vedo un momento di conquista consolidata ma che comporta dei grandi sacrifici e delle rinunce; il fatto che una donna oggi pensi alla maternità a 40 anni è un fatto che non può essere visto in assoluto in positivo. E’ una fase di passaggio non facile, per poi potersi sentire soddisfatta a pieno delle conquiste. Si può fare molto anche in ottica della complicità tra le donne, che manca ancora, in favore di un individualismo frutto del cambiamento, con conquiste frettolose rispetto al sistema intorno che non cambia altrettanto rapidamente”.
Per riuscire in tanti anni ad avventurarsi in esperienze diverse e ripartire con lo stesso entusiasmo, ci facciamo rivelare da Pina quali sono le caratteristiche che negli anni si sono rivelate imprescindibili per una donna che opera nel suo settore:
“Fortuna, sacrificio, passione. Bilanciare gli aspetti negativi di un’attività che ti chiude nel tuo mondo con tanta abnegazione, con disponibilità verso la gente; saper vivere una comunione con la comunità che ti circonda trasmettendo le tue passioni e facendo sì che gli altri possano usufruirne e trarne vantaggio. In ultimo, ma forse al primo posto quanto a importanza, convivere costantemente con il rischio senza perdere la passione”.