Care ragazze
di Cora Craus –
“Care ragazze [.] la nostra storia a voi sembra preistoria. Forse lo è. E’ la preistoria della libertà e dei diritti. Però è vero anche che la nostra storia e la vostra vita attuale di giovani donne in formazione convivono. Vogliamo dare un senso a questa con-vivenza, a questa sincronicità? E’ lo scopo di questo promemoria”.
E’ un brano tratto da “Care ragazze – Un promemoria” l’ultimo libro di Vittoria Franco, Docente di Storia della Filosofia alla Scuola Normale superiore di Pisa. Senatrice dal 2001, responsabile delle Pari opportunità del Partito Democratico. Il libro un pratico tascabile di cui scriviamo volentieri ed ogni qualvolta in cui si presenti l’occasione.
“Care ragazze” è un saggio che ripercorre la storia delle faticose conquiste civili per le libertà femminili. Il libro, come recita il sottotitolo, vuol essere un promemoria per le giovanissime donne di oggi cresciute nell’illusione che i “diritti”, quali il lavoro, il voto, il divorzio, la libertà di scegliersi lo stile di vita che si vuol vivere, anche per le donne siano diritti “naturali”: non lo sono. Basti ricordare che solo nel 1963 fu varata la legge che vietava il licenziamento delle lavoratrici in caso di matrimonio.
Vittoria Franco in modo lineare, semplice, “pacificato” ma non scontato, ricorda: “I diritti delle donne sono acquisiti, non sono dati ‘per natura’. Hanno una dimensione storica. Sono il frutto di lotte e d’impegni di molte, diverse generazioni. E si possono anche perdere”. Nel libro è quanto mai chiara la tesi portata avanti, con convinzione, dall’autrice secondo la quale per giungere a una democrazia compiuta l’unica e auspicabile strada da percorrere non può che essere una completa con-divisione di diritti e responsabilità tra uomo e donna.
Tra le pagine di “Care ragazze” (ed. Donzelli – pag. 168 – € 16) non mancano punti di amare riflessioni sull’incompiutezza della rivoluzione femminile degli anni settanta. Ma non c’è traccia né di nostalgia né di maternalismo. Semmai di preoccupazione: “la rivoluzione femminista, che è stata sicuramente epocale, ma che tuttavia non si è davvero consolidata; è rimasta incompiuta e consente ritorni indietro.” L’autrice, con infinito garbo e senza mai lasciarsi mai andare alla deprecata aggressività tanto di moda oggi; sottolinea, invece, con forza che la prossima sfida sarà la conquista del principio di equivalenza: diversi ma di eguale valore. Una sfida che sarà possibile vincere solo se sarà una battaglia unitaria di uomini e donne.
Vittoria Franco termina il suo lavoro affermando che sebbene il momento che stiamo attraversando sia cruciale possiamo contare sul fatto che “L’Italia dispone di buone leggi, [.] ma occorre un cambiamento di mentalità per affermare una cultura del riconoscimento del ruolo delle donne in tutte le sfere di attività in una più ricca democrazia paritaria.”