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Donne in lotta. Le giornaliste nella Costituente: Laura Bianchini “Il giornale esce come e quando può”

 

 di Cora Craus –

Laura Bianchini partecipò alla Resistenza nella brigata partigiana “Fiamme Verdi” una formazione per la maggior parte di orientamento cattolico. Fece parte del giornale antifascista “Brescia Libera”, il cui motto era: “Il giornale esce come e quando può”, in cui scrisse articoli di fuoco.

Il più famoso, o, forse meglio dire, il più citato, rimane “Ai nostri professori” un vero e proprio j’accuse dove con accenti appassionati invitava i professori italiani, siamo nel 1943, a non giurare fedeltà al nuovo governo della Repubblica Sociale Italiana, sorta a Salò: “Voi avete la responsabilità gravissima di averci illusi. Voi che tacevate, che sopportavate, che non avete mai trovate il coraggio di dire a noi, giovani inesperti, la parola della verità…Se giurate, non siete educatori di anime, siete dei corruttori del costume”.

Dalle costole di un altro celebre giornale antifascista il “Ribelle per amore” fondato da Teresio Olivelli nacque “Il Ribelle”, praticamente la voce ufficiale delle “Brigate Verdi”, vi scrisse articoli sulla lotta partigiana ma anche sulla sua idea di libertà, dell’ordine sociale e sulla crisi di civiltà che aveva portato il mondo nel baratro.

La redazione del “Ribelle” si componeva di una ventina di collaboratori che esprimevano posizioni politiche e ideologiche diverse tra loro e che ben rappresentavano le due anime del cattolicesimo politico italiano del momento: una molto progressista che anelava ad una profonda riforma della società italiana una volta terminato il conflitto e un’altra molto più moderata e conservatrice che aveva a cuore la composizione dei conflitti sociali.

Laura Bianchini fu una cattolica osservante e, al contrario di molte altre partigiane cattoliche che adottavano nomi di battaglia di Sante, Martiri e Beate, adottò pseudonimi, anche per firmare i suoi articoli, molto letterari e laici quali Penelope, Don Chisciotte.

Fu molto amica di Don Giuseppe Dossetti e più tardi sarebbe stata eletta proprio nella così detta “corrente dossettiana” della Democrazia Cristiana.

Subito dopo la fine della guerra diventò vice-direttrice della rivista “Scuola e Vita”.  Alcide De Gasperi condivise con lei il progetto di formare dei circoli femminili della Democrazia Cristiana e le chiese di esserne l’organizzatrice. Incarico che La Bianchini accettò con entusiasmo diventando la Rappresentante DC nei gruppi di “Difesa della Donna”. Quasi contemporaneamente diventa responsabile per la stampa del Movimento femminile della Democrazia Cristiana dirigendo il periodico “Azione femminile” supplemento de “Il Popolo”.

Laura Bianchini collaborò con il ministro Guido Gonnella, per la riforma della scuola e lottò duramente sia con le opposizioni esterne e sia contro le opposizioni all’interno del suo stesso partito. Lei, oltre, al pluralismo sociale in campo scolastico, voleva che la riforma proposta dal ministro facesse da pungolo ai cattolici e li spingesse ad impegnarsi anche nella scuola pubblica (i cattolici erano fautori della scuola privata). L’obiettivo primario della Bianchini era migliorare le condizioni culturali e sociali di tutta quella parte di società, di fatto messa ai margini o esclusa da una scuola che lei considerava troppo elitaria. Laura dovette difendere la proposta anche dall’accusa che i cattolici stessero difendendo gli interessi del partito e della Chiesa contro l’autorità dello Stato, nascondendosi dietro la bandiera per la libertà della scuola. La riforma non divenne mai legge.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista