Donne in lotta. Le giornaliste nella Costituente: Maria Maddalena Rossi “Le donne hanno diritto ad accedere a tutti gli ordini e gradi della Magistratura”
di Cora Craus –
Maria Maddalena Rossi, lavorò nelle redazioni di giornali quali “Fronte della gioventù per l’indipendenza e la libertà”, “L’ Italia libera” giornali per gli italiani nei campi svizzeri e collaborerà a lungo con “L’Unità”. Al termine della guerra sarà nominata nella Commissione Stampa e Propaganda del P.C.I.
La Rossi sarà una delle donne più attive nell’Assemblea Costituente lotterà instancabilmente con le donne e per le donne e molte delle sue energie saranno convogliate nell’UDI (Unione Donne Italiane) di cui sarà Presidente.
Una delle sue battaglie sarà per il diritto delle donne ad entrare in Magistratura, una battaglia che conduce con la compagna di partito Teresa Mattei e la democristiana Maria Federici. Memorabile il suo veemente intervento nel novembre del 1947: “Trecentocinquanta anni fa Shakespeare affermava nella sua opera immortale che una donna può possedere le qualità di un giudice. Trecentocinquanta anni dopo nella Assemblea Costituente Italiana si contesta alle donne il diritto di partecipare alla amministrazione della giustizia, negando loro le qualità per farlo”. Ci vorranno più di tre lustri per vincere questa battaglia, infatti, solo nel 1963 le donne potranno accedere in Magistratura e dimostrare quanto veritiere e lungimiranti fossero state le parole di Maria Maddalena Rossi “Le qualità di sensibilità. Di intuizione, di tenacia, di pazienza, di coscienza, il senso di umanità che spesso si riscontrano nella donna, uniti alla conoscenza profonda del diritto, troverebbero un impiego infinitamente utile nel campo della Magistratura”.
Lotterà per il riconoscimento dello status di crimine di guerra delle donne “marocchinate”, vittime di violenza e bestialità inaudite commesse dai soldati francesi in Ciociaria durante la seconda guerra mondiale. Violenze di cui il romanzo di Alberto Moravia “La ciociara” ne riporta gli echi. I documenti dell’epoca sono una lettura atroce e paralizzante. Maria Maddalena Rossi sarà lungamente impegnata in una lotta contro la volontà, sia degli avversari politici sia dei stessi compagni di partito, di voler girare pagina ma senza giustizia. Una lotta non ancora conclusa.
Nella sua lunga carriera politica Maria Maddalena Rossi fu una raffinata e abile diplomatica intessendo rapporti personali e politici internazionali a tutti i livelli forte della sua convinzione che problemi quali il lavoro, i diritti civili, l’emigrazione, i problemi dell’infanzia, i diritti delle donne si dovevano affrontare attraverso una politica di collaborazione con tutti i popoli.
In una situazione mondiale difficile come l’attuale la lettura dei suoi lucidi e appassionati interventi, dei suoi scritti aiuterebbe a ricordare da quale immane tragedia è nata l’Europa e quanto difficile sia stato costruire una eternamente fragile pace.
Chi era Maria Maddalena Rossi, Medaglia d’oro per il suo impegno sociale, politico e civile? Nacque a Codevilla in provincia di Pavia in una famiglia antifascista e benestante si laureò in Chimica. Conobbe e sposò Antonio Semproni, anche lui un chimico, nel ’37 entrarono insieme nel Partito Comunista d’Italia all’epoca in stato di clandestinità, uniti sino alla fine dall’amore e dalla comune fede politica. La ricerca di fondi per “Soccorso Rosso” fu Il suo primo impegno politico. Soccorso Rosso fu un’organizzazione legata all’Internazionale Comunista fondata nel 1922 per svolgere il compito di aiutare moralmente e concretamente i prigionieri politici.
Con Maria Maddalena Rossi, si chiudono i sei cammei sulle giornaliste nell’Assemblea Costituente.