Fortemente semplicemente chiara
di Silvia Bottoni
“ LA VITA DELLA DONNA” non è il titolo di un libro ma è l’essenza umana che ha segnato il passo della vita di Dacia Maraini. Ci troviamo a Pontinia, al Teatro Fellini, ospiti del Direttore artistico Paola Sangiorgi, per la consegna all’autrice di una targa in ricordo degli 80 anni dalla fondazione del Comune di Pontinia. Ascoltandola mi sono improvvisamente ritrovata come ipnotizzata mentre presentava la sua opera CHIARA DI ASSISI – ELOGIO ALLA DISOBBEDIENZA.
Chiara…Di Assisi, semplicemente Chiara. Parla per lei ogni suo respiro ogni suo sguardo ogni suo pensiero, che troviamo in ogni riga del libro. “Il suo vestito era la preghiera, il suo vessillo la croce, la sua ricchezza la povertà, la sua forza l’umiltà, il suo cibo l’altruismo, il suo respiro la libertà, il suo amore il credo. Era una giovanissima donna, Chiara, ma lei saprà rinunciare a ogni bellezza e benessere terreno, ad un matrimonio da favola, decidendo di costringere il suo corpo e la sua intera vita tra le gelide mura di un monastero di clausura, rinunciando ad ogni avere ma, anzi, si farà portatrice di questa nuova regola: il digiuno per purificare il corpo in modo da poter racchiudere nel suo scrigno un anima pura, coprirsi di umili vesti e camminare scalza nella terra fredda e umida che per lei era “ la madre terra,” un contatto diretto, carnale nella sofferenza con il mondo che Dio ha creato, l’aiuto a chiunque sempre senza sosta.
Ma la sua vera forza è il voto di povertà assoluta, la consapevolezza di sapere che per essere liberi non bisogna avere nulla. Il possesso genera la paura della perdita, chi non possiede nulla, nulla ha da perdere. Il Medioevo un tempo in cui le donne erano considerate esseri imperfetti, gli unici doveri erano di ubbidire ai mariti, non pensare, non desiderare ma, figliare e lavorare sia in casa che nei campi ( verrebbe da dire: mica tanta differenza con molti luoghi della nostra epoca!). La vera libertà è nel poter scegliere il tempo della propria vita, di poter scegliere di vivere in assoluta povertà e non subire ma, anzi ribellarsi al ricatto e alla debolezza dell’avere. Da qui, la sua stranezza: chi vedeva in lei una persona disubbidiente, chi una seguace del Credo di San Francesco, altri una malata visionaria, pochi la vedevano come in realtà era. Un grande essere che racchiudeva in se un carisma rivoluzionario, incorruttibile e puro . Viene da se il parallelismo con Madre Teresa di Calcutta. Mentre ascolto la serenità occupa la mia anima e lei, l’autrice di questo affascinante libro, ne parla con la stessa serenità, con il suo acuto e caldo sguardo, la cadenza della sua voce, la forza però di quella donna che continua ad essere, con la sua testimonianza di vita, elogio alla pienezza e alla libertà della donna. Per questo probabilmente da oggi mi sentirò un po’ meno sola.