In sala con una donna: “Una nuova amica” di François Ozon
di Luigi Mantuano –
Chi amiamo ci manca sempre – Oltre il sesso, il nuovo film del regista francese indaga sull’ossessione dell’assenza e la libertà di reinventarsi.
Il cinema di Ozon è consigliato soprattutto a chi vive di certezze incrollabili sull’amore, il sesso, i ruoli sociali. A chi sa sempre come deve essere una famiglia modello e, soprattutto, come deve essere una donna perfetta.
In poco meno di due ore Ozon tramite gli occhi di una bella e giovane borghese (la bravissima Anais Demoustier, nuova faccia alla Isabelle Huppert) ci mostra come amore e morte possano travolgere e far rinascere oltre ogni immaginazione e schema previsto. Certo, c’è il colpo di scena esagerato che cita tutto il cinema di Almodovar, da “Tutto su mia madre” a “Parla con lei”; si tratta di un melò con esplicito riferimento all’Hitchcock de “La donna che visse due volte” e alla commedia americana di “A qualcuno piace caldo” di Billy Wilder. Ma ciò che interessa Ozon è farci sentire l’ossessione dell’assenza di chi amiamo, che poi sia uomo o donna poco importa, e anzi il film gioca sulle identità nascoste che emergono inaspettatamente in ciascuno dei personaggi. E il sesso in questa sfida non sembra dare certezze: i protagonisti fanno l’amore ma sono inquietati da qualcosa che va oltre, da qualcuno che hanno perso, ma soprattutto da una parte di loro stessi che non conoscevano e che li sorprende e attira.
(nella foto il regista François Ozon)
In fondo l’amore si muove tra questi due eventi, apparizione e disparizione dell’oggetto del desiderio, sua entrata nella scena della nostra vita e sua partenza, il resto è mistero. Francois Ozon è affascinato da questo gioco, da “Sotto la sabbia” a “Swimming Pool” fino a questo ultimo lavoro non fa che esplorare quello che succede agli umani di fronte all’arrivo e alla scomparsa dell’oggetto amato.
Da queste esperienze di nascite e morti non si esce mai come prima, c’è sempre un reinventarsi, uno scoprire identità nascoste dentro di noi che ci invitano a una nuova vita. E per quanto l’accettarsi in questi aspetti nuovi ed imprevedibili possa sconvolger e scontrarsi con le convenzioni sociali pare che non ci possa essere un altro modo di essere felici se non accettandosi e seguendo fino in fondo il nostro essere più profondo. Ma siamo sicuri di sapere chi siamo e cosa ci piace veramente? Per Ozon pare che sia comunque impossibile scoprirlo se non accanto a una donna, come canta Lara Fabian in “Une femme avec toi”, brano portante del film. Non importa poi se scopriamo che chi ci manca e che amiamo alla follia non è mai esistita, o che prima aveva un’altra identità. Perché lei in realtà è nata solo da quando ci siamo incontrati io e lei.