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Salvatore D’Incertopadre – Il Sindacalista – I miei anni a Latina

 

di Cora Craus –

Un amarcord pubblico e privato, individuale e collettivo. Qua e là spunta un retrogusto tra il diaristico e lo storico dove emerge la passione per l’arte con delicate descrizioni delle città e dei luoghi visitati. Parliamo del libro “Il Sindacalista – I miei anni a Latina” di Salvatore D’Incertopadre (ed. Atlantide – pag. 332 – € 15).

Il fulcro del libro, “Il Sindacalista”, come appare chiaro dal sottotitolo, è Latina, una Latina moderna, una città che dagli anni sessanta in poi fu vista come luogo di opportunità, di riscatto, di lavoro sicuro, grazie al fiorire di forti poli industriali italiani e stranieri, e a un oceanica presenza di piccole ma solide imprese. Tra le quali la “sua” Marconi Italiana di Cisterna; un industria genovese. Una realtà possibile anche perché il capoluogo pontino, lo ricorda più volte l’autore, fu inglobato nella Cassa del Mezzogiorno.

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Purtroppo, l’autore, riporta anche una triste e fraudolenta realtà, un “abitudine” che temiamo non sia mai davvero venuta meno, a Latina come in altri luoghi, con o senza la Cassa del Mezzogiorno “L’apparizione improvvisa di quelle nuove strumentazioni, tecnologicamente all’avanguardia, mi stupì piacevolmente. Su ognuna di esse era applicata una targa con scritto CASAMEZ (secondo le regole del finanziamento). Era chiaro che le apparecchiature erano state acquistate con un finanziamento della Cassa del Mezzogiorno e destinate allo stabilimento di Latina. […] Il giorno successivo ebbi la sgradita sorpresa, ritornando al lavoro, di non trovare più quegli strumenti sui banchi. Chiesi a un collega, lì dalle sei del mattino, dove fossero finite. La risposta fu che era passato il capo delle spedizioni, le aveva impacchettate e rispedite, quella mattina stessa, a Genova. L’arcano fu svelato: quelle macchine, acquistate per Latina con i soldi della Cassa del Mezzogiorno, erano state inviate da noi per consentire il controllo degli ispettori CASMEZ, quelli che giravano per i banchi il giorno prima in compagnia di Falcone, e poi rispedite a Genova, dove già da qualche tempo erano in uso degli operatori dello stabilimento genovese. Scoprii allora come le aziende, che erano venute a impiantare stabilimenti nel sud, utilizzavano in modo truffaldino i soldi della Cassa del Mezzogiorno e quanto fossimo considerati stupidi noi lavoratori del Sud”.

Che fare? Denunciare la truffa? E, lo Stato poteva non sapere? Per conoscere queste risposte, queste curiosità dovrete leggervi il libro.

Ne “Il Sindacalista”, con uno scrivere piano e colloquiale si srotolano quasi quarant’anni della nostra vita: dagli anni ‘70 ad oggi; sfilano nomi di politici che hanno segnato un epoca, gli avvenimenti che hanno attraversato l’Italia e le nostre vite: le Brigate rosse, Seveso, Mani pulite, l’uccisione di Marco Biagi, sembra preistoria ed è solo ieri.

Guccini cantava: “Scendete giù in piazza affossate il sistema.”

È davvero cambiato il sistema?

Salvatore D’Incertopadre, napoletano, a Latina da “emigrante” e la fortuna di un lavoro, “mi rendevo conto che l’occasione di un lavoro regolare difficilmente si sarebbe ripresentata”. Una vita in lotta per i diritti degli altri: un sindacalista della Cgil. E dal novembre del 2004 al 2012 Segretario Generale della Cgil Pontina.

“Era giunto il momento – scrive, in passo del libro l’autore – di mettere in pratica ciò che avevo intuito nei miei anni in fabbrica. Quando una cosa si pensa e si dice, poi bisogna metterla in pratica, altrimenti si è mentito. Tra l’etica dei principi e quella della responsabilità, quello era il momento della responsabilità. Decisi di andare fino in fondo con le trattative, provando a strappare il massimo di conferme possibili nell’accordo”.

Questo brano, crediamo, racchiuda la figura, gli ideali, i principi in una parola l’essenza dell’uomo e la storia del sindacalista Salvatore D’Incertopadre.

Mentre come un eco risuonano le parole del “Cinese”, Sergio Cofferati: “Noi siamo guidati da un principio che fa la nostra identità ed è quello della solidarietà”.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista