Latina e i suoi autori, Rosa Manauzzi: “È tempo di fare primavera”
di Cora Craus –
“È tempo di fare primavera”, il romanzo di Rosa Manauzzi ha un anima palpitante, dove il ricordo spumeggia violento, carezzevole e il passato si fonde con il presente con la forza e l’eleganza evocativa di un quadro di Monet.
Il libro pur raccontando tragiche e crudeli vicissitudini non tralascia mai di far trapelare l’intensa, asciutta e mistica spiritualità della natura e del rispetto per essa dove l’uomo, è “solo” uno dei suoi tanti sacri componenti. Tutto il libro è pervaso da intriganti ritratti psicologici e oltre ai richiami mitologici che fanno da Filo d’Arianna della storia, vi si respira l’eco della grande letteratura, dell’arte nelle sue molteplici espressioni vere passioni dell’autrice. Il romanzo di Rosa Manauzzi, scrittrice latinense, racchiude tutte le infinite variazioni dei sentimenti e delle emozioni. Tra le pagine del libro, tra le sue righe, vi scorrono la delicatezza, la poesia, la forza e la violenza della natura usate come metafore della vita umana. Ci ha molto colpito la “circolarità” della storia e della sua narrazione.
Il raccontare della Manauzzi ha uno stile sintetico, giornalistico che esalta le complesse e articolate vicissitudini narrate. In primo piano e per tutta la storia ci accompagnano i due protagonisti, Orfeo e Leda, ed intorno a loro un moltiplicarsi di co-protagonisti, un inseguirsi di nomi mitologici: Orfeo, Castore, Polluce, Lilith…
“È tempo di fare primavera” custodisce straordinarie storie d’amore e fortissime testimonianze della Storia e delle battaglie civili degli ultimi settant’anni. Vi è narrato il fascismo, e l’orrore delle sue leggi razziali, che ci appaiono così lontane, assurde e irreali eppure stranamente sembrano ancora presenti o inaspettatamente ripresentarsi; la Seconda Guerra Mondiale con i suoi milioni di morti sparsi in tutto il mondo, la nostra Europa imbarbarita e resa feroce come solo le guerre fratricide riescono a fare. Con grande delicatezza ma determinazione Rosa Manauzzi tocca temi terribili quali il femminicidio, le violenze domestiche che a volte lasciano menomazioni più feroci della morte. O, come l’omosessualità, che in sé non avrebbe alcun problema ma che la società rende fonte di umiliazione e dolore. La disabilità, la violenza del terrorismo di qualunque colore si ammanti ed altro ancora. Eppure il libro è un inno alla gioia, alla vita, è un invito a ciascun lettore a trasformarsi a vivere egli stesso come una meravigliosa primavera piena di colore e calore.
Leda è una giovane insegnante ebrea l’unica sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia a seguito del rastrellamento nel ghetto di Roma. Insieme a lei tra le tante figure di donne spicca Fèlicienne una italo-francese-ebrea-rom che porta stampato in maniera indelebile sul braccio il numero identificativo del campo di concentramento nazista. Ancora più incancellabili del numero sono le ferite infertele nel corpo e nell’anima. Vi è una commovente “Lezione” che Fèlicienne tiene alle scolaresche sulla sua terribile esperienza di donna, di persona, di essere umano in quei luoghi dove imperava la più crudele della disumanità. “Ora io dovrei odiare”, disse calma. “Sarebbe umano, no?” Levò il dito verso di loro: “Io non ho mai amato tanto dopo questa fase orribile della mia vita. Qualcuno dice che in quegli anni, da quando era iniziato il nazifascismo con tutte le sue censure, i controlli, le squadracce, le prepotenze, la barbarie, doveva essere caduto sulla terra il seme della follia. Uno spargimento di semi della follia nel cuore dell’Europa e del mediterraneo. Quindi qualcosa di estraneo…” Questi incontri, questo scambiarsi di emozioni con i giovani sono il suo apporto alla pace, sono la sua rinascita e rappresenta il suo personale: “È tempo di fare primavera”. Un libro da leggere e far leggere per la leggerezza del suo stile, la profondità delle sue parole, per la pace del suo messaggio.
È TEMPO DI FARE PRIMAVERA di Rosa Manauzzi – Ed. L’Erudita – pag.178 – € 17