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Leone D’Ambrosio: Le silence et la parola

 di Cora Craus –

 Le silence et la parole (Pag. 66, Editions Stellamaris, Brest, 2016) di Leone D’Ambrosio, un nuovo libro, un nuovo successo per il poeta pontino, un ritorno alle “origini”, un ritorno ad una lingua amata, la lingua francese.

“Le Silence et la parola”, è la sua terza pubblicazione, dopo Je dormirai dans ton âmee Ce n’est pas encore l’adieu”.

“Conosco la poesia di Leone D’Ambrosio da molte stagioni – scrive nella sua prefazione lo scrittore parigino Guillaume Chpaltine – la sua è una poesia del reale, del vissuto, dell’emozione accuratamente filtrata dalle sue parole, come dei piccoli sassolini nel cuore. Ma in questa raccolta, l’emozione è più forte a causa della gravità del pensiero, del rifiuto dell’oblio.”

In queste cinquanta poesie francesi il poeta D’Ambrosio (nato a Marsiglia e trasferitosi prima a Sperlonga e poi a Latina) traccia col cuore i ricordi della sua infanzia, tanto che possiamo considerare questa nuova raccolta, una poesia della memoria e del paesaggio dell’anima.

“Il mistero di ciò lega l’aranceto, il mare, la luna, impasta la lingua del poeta, ma è certo che il fascino agisce per tanto tempo- continua ancora Chpaltine- I sentimenti sono reali. Voglio dire che il dolore, l’amore, la compassione, diventano una entità universale.”

Un libro pieno di sentimenti, di amore per i luoghi, le cose e le persone, un vero e proprio leitmotiv che aleggia ne “Il silenzio e la parola” di Leone D’Ambrosio, pubblicato in Francia dalla prestigiosa casa editrice Stellamaris diretta dallo scrittore Michel Chevalier.

“È stato un bene per te e per me essere figli delle nostre madri e dei nostri padri- scrive nella sua toccante postfazione Catherine Rubinacci-Simatos- la nostra infanzia frugale, ma essenziale, ci ha dato la libertà di inventare noi stessi. Ci siamo resi conto solo molto più tardi la quantità d’amore e di confidenza necessaria. E la meraviglia delle nostre madri. Il tempo non passa, tu dici, la memoria è la più forte che ci porta improvvisamente nell’infanzia e nell’adolescenza, come se l’orologio avesse sospeso il suo corso.”

Leone D’Ambrosio è molto conosciuto in Francia dove ha vinto diversi premi, il più importante quello dell’Académie des Lettres de Marseille e ha partecipato a un importante Festival de la Poésie de Frontignan. D’altronde, di lui si sono occupati negli anni i maggiori critici e scrittori d’oltralpe, come Philippe Jaccottet, Yves Bonnefoy, Jean-Claude Villain, Daniel Lewers, André Ughetto, Jean Chélini, Jean-Charles Vegliante, Alain Freixe, Athanase Vantchev de Tracy.

Ed è proprio Jean-Charles Vegliante, poeta e professore all’Université de la Sorbonne Nouvelle Paris III, a scrivere in quarta di copertina: “Queste poesie sono molto commoventi. Molto convincente la brevitas, sinonimo di decenza quotidiana, come amava dire Montale, insomma, il pudore così importante per chi (credo: come noi) prova sempre più o meno la vergogna d’essere poeta.”

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista