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Lilliana Ferro, “Il cammino di Angelica”

 

 di Cora Craus –

“Il cammino di Angelica” è un libro attraversato da una sottile trama di riferimenti simbolici-magici che parlano di desiderio e paure, di codardia e coraggio. L’autrice, Lilliana Ferro, attraverso un operazione intellettualmente rigorosa giunge alla realizzazione di un opera lieve e appassionante in grado di conquistare i lettori di tutte le età.

“Il cammino di Angelica” (ed. Albatros – pag.75 – € 12), ci piace definirlo il racconto dell’epica e della magia trasportato nel quotidiano, un filo che con leggerezza, anche grazie alla delicate illustrazioni di Gioia Miccio, ci narra il mito, l’antico poema che si dipana senza soluzione di continuità fino al nostro sentire, fino ai giorni nostri. Non a caso la narrazione prende il via in una città del “Nuovo Continente” per antonomasia: l’America, in un angolo di specchio di una stanza al diciottesimo piano di un grattacielo, in una città, New Orleans, coacervo di lotte, di odio, di amore, di tragedie, di musica, di mistero.

“Angelica – scrive Antonio Baldini – entra nel poema fuggendo e ne esce sparendo, agli occhi di Orlando dissennato, con l’aiuto di un anello incantato che messo in bocca ha la facoltà di rendere invisibile”. Angelica è la personificazione della sensualità, la quinta essenza del desiderio; ed è in virtù di queste caratteristiche che viene spedita dal padre a Parigi dal lontano Catai.  Peculiarità che tali rimangono sia nei versi dell’ “Orlando innamorato” di Matteo Maria Boiardo e della sua visione di una donna maliarda e angelicata, sia in quelli, dell’ “Orlando furioso”, di Ludovico Ariosto che la “promuove” saggia creatura del lontano oriente che anela solo al rientro a casa con il suo amato Medoro.  Angelica, una creatura, che si sente sperduta ed inseguita in un occidente scompaginato dalla fame di potere, dove anche gli eremiti al suo apparire si buttano dietro le spalle la loro santità.

Il lavoro, di Lilliana Ferro, è ispirato alla principessa del Catai cantata dai versi di Ludovico Ariosto. Il libro permette affascinanti riflessioni e similitudini tra il pensiero “femminile” dell’Ariosto e la faticosa conquista del rispetto di sé da parte delle donne. In questo, l’Angelica, rappresentata dall’autrice è sicuramente un punto di paragone. La bramosia con cui gli uomini la concupiscono per non dire peggio, richiama in noi, per libera associazione, il ricordo di quei 8,8 milioni, dati Istat, di donne, oggi, vittime di molestie sessuali.

Uno sguardo alla quarta di copertina: “Pagine che ci guidano in un viaggio fantastico, dove anche il lettore diventa protagonista, vivendo in prima persona emozioni e sentimenti che lo avvicinano ai grandi personaggi della storia come mago Merlino, Angelica, la fata Morgana, Argàlia, Rinaldo, Orlando e Medoro, perché sognare ci fa sentire pieni di vita e ci riempie il cuore di speranza”.

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Cora Craus

Cora Craus

Giornalista