Il pianeta minore, viaggio attraverso le infinite sfaccettature del dolore infantile, dell’infanzia negata
di Cora Craus –
“Il pianeta minore” è un viaggio attraverso le infinite e tragiche sfaccettature del dolore infantile, dell’infanzia negata, una realtà che è innegabile: accomuna tutto il globo terrestre, senza sottacere le violenze sessuali infantili, che raggiunge punte di espansione terrificante, un abominio camuffato da business in alcuni luoghi considerati veri e propri “paradisi” per gli orchi.
Il libro, in 19 piccoli capitoli, abbraccia argomenti quali: abusi, guerre, campo profughi, spose bambine, trafficanti di esseri e organi umani. E Jeph Anelli, l’autore, sottolinea con una nota a margine come, nonostante l’impegno, la “Carta dell’Infanzia Onu” non ha centrato quasi nessuno dei suoi obiettivi. Infatti scrive: “Un bambino su tre nasce senza registrazione anagrafica, identità, diritti. Nel pianeta la povertà, le guerre, lo sfruttamento del lavoro minorile uccidono milioni di bambini e adolescenti. Vittime innocenti, rinchiusi nei carceri, condannati alla strada, costretti nei campi profughi”.
Jeph Anelli è un apprezzato e prolifico autore pontino, laureato in Sociologia, è stato per molti anni il direttore del Museo Archeologico e l’Archivio Storico del Comune di Sezze. Ci siamo “imbattuti” in questa sua bella pubblicazione e il titolo del libro, “Il pianeta minore” (ed. Derive e approdi – pag. 168 – Euro 13), ha risvegliato in noi, per assonanza, l’eco di un grande capolavoro cinematografico, il premio Oscar “Figli di un Dio minore”. Se il film si concentrava sulla disabilità sensoriale, nello specifico la sordità, il libro di Jeph Anelli abbraccia invece le tematiche dell’ignominia e dalla buia violenza sulle donne e della crudeltà dell’uomo, su ciò che dovrebbe essere il suo bene supremo: i bambini. Bambini, bambine, e donne: testimoni e vittime di inenarrabili violenze, sopraffazioni e soprusi.
Riporto un breve brano che racconta della guerra nei Balcani: “Ha fatto un lungo viaggio il piccolo Jehshvien e, con coraggio, accusa per crimini di guerra chi partecipò al massacro all’alba di quella prima domenica di primavera. Jehshvien non è più un bambino. Lui è grande adesso, come il suo dolore. Stupro etnico durante la guerra di pulizia etnica, durata tre anni, i prigionieri sono avviati in campi, separati per sesso. A causa della loro appartenenza etnica, decine di migliaia di donne – tra cui adolescenti e bambine – sono ridotte a schiave del sesso, torturate, violentate e messe a disposizione dei paramilitari e costrette a generare figli di padri carnefici. Al Tribunale penale internazionale una dozzina di donne, testimoniano gli orrori subiti nei lager dello stupro. Protette nella loro identità, le testimoni rammentano e gridano con rabbia nel silenzio dell’aula le violenze subite. Yucicha, 15 anni, identificata col n. 50, stuprata ripetutamente da più miliziani insieme per diversi giorni, resta incinta: così sua madre e la testimone col numero 75, che vomitava e sanguinava dopo ogni stupro”.
Sono parole tristemente attuali in tanti parti del mondo e il nostro pensiero lascia i Balcani per fissare impietrito le violenze dell’ISIS. Quante volte in coro abbiamo gridato convinte “Mai più”, mai più violenza, mai più orrori, mai più guerre. Un “mai più” che sembra allontanarsi dalla realtà contemporanea, ma soprattutto dallo spazio vitale delle nostre coscienze.
“Il pianeta minore” di Jeph Anelli, nasce da un originaria raccolta di poesie “tradotte” poi in prosa dallo stesso autore e vuole essere un racconto per adulti sull’infanzia, un invito per tutti noi a riflettere su drammi che sembrano essere altro da noi, non riguardarci. E, se abbiamo ben compreso il messaggio dell’autore, soprattutto, la si smetta, magari per codardia, di guardare sempre da un’altra parte: non esiste un’altra parte.
E perché racconti-verità, come quello del piccolo Uhni Hani, “Rinchiuso in una stanza buia e fetida per 12 ore al giorno, [.] e stanco di dover lavorare per ripagare un debito – contratto dai suoi genitori – e che non si estingue mai”, siano sempre e solo il frutto di una fervida fantasia. In questi brevi racconti, a volte aforismi, Anelli illustra “non il volto dorato dei pasciuti bambini che affollano le nostre pubblicità, ma un ‘pianeta minore’ oppresso da orrori economici ed errori bellici, da schiavitù sessuale, mutilazioni e lapidazioni, senza dimenticare le tragedie che si consumano all’interno delle nostre ricche e silenziose pareti domestiche”.